L’Attesa

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    La giovane donna lo aveva aspettato troppo a lungo. Lo ripeteva a se stessa in ogni momento. Chi vorrebbe sprecare la propria esistenza così inutilmente?  L’amore che sboccia reciproco non cerca altro nutrimento, se non la costanza, la dedizione, l’appagamento.  L’amore non ricambiato non ha altra scelta se non quella di svanire, morendo o trasformandosi in qualcosa d’altro.  Amicizia, affetto, parole vuote, ormai.  Non poteva più dargli nemmeno questo.  Non riusciva più a guardarlo senza provare altro che un cupo risentimento, una rabbia gelida, vergogna per se stessa.  Per non aver capito prima di non esistere, di essere insignificante, trasparente, nulla. 

    Anni passati a sognare ad occhi aperti, immaginando scene di felicità di cui entrambi erano gli attori.  E percepire la sicurezza della perfezione, un legame senza incrinature, screzi, colpe.  In cui l’uno completava in modo pieno ed assoluto l’essenza stessa dell’altra.  In cui l’una donava l’anima intera all’altro.  Senza limiti, nella certezza dell’infinito e del per sempre.

    Ricordi sbiaditi, ricordi inesistenti.  Il tutto circondato da una malinconia incomprensibile, spettatrice di memorie mai vissute realmente, ma così desiderate.  E la sorpresa di scoprirsi a ripercorrere qui sentieri lastricati di illusioni, accompagnata però dalla sfiducia; non fidarsi mai dei fantasmi, perché in questo tempo li hai troppo idealizzati e li hai privati dei difetti dell’originale.  E il tuo cuore continua a soffrire per chi non c’è, non c’è mai stato, mai ci sarà.  E i tuoi occhi continuano ad essere colmi di lui e di quello che lui non sarà mai. 

    Voltare pagina sarà la risposta all’attesa insoddisfatta.  Il vero trasporto la soluzione unica.

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