“La morte mi colga danzando”
gridava il super uomo.
I poveri morenti attoniti
lo guardavano ballare
con pelle ruvida di serpente.
Pur di vivere erano pronti
a sacrificare l’agile bestiola
scivolava in coni d’ombra
come un demone di desiderio
umano, troppo umano
per essere compreso.
Il serpente continuava a danzare
sopportava impazzito, umiliazioni
scherzi boriosi di uomini in divisa
con la punta di un bastone
l’avevano colpito, ferito a morte
fu seppellito in una fossa comune
non aveva corone d’alloro
ma i militari cercavano il super uomo
ne ammiravano la specie
ripulita dalla colpa
dell’ariano Adamo e la sua Eva.
Il destino serbava un tranello
nel caos di un progetto, a dir poco, assurdo
tagliava la coscienza con coraggio
diplopia di un occhio distorto
poneva l’ordine in assoluto comando
in fondo, la guerra, era un ordine
distruggeva ogni cosa
tra il fumo, la fenice era risorta
pareva un serpente dalla pelle alata
sul capo indossava la corona uncinata.
Nel tetro mortaio un bambino era nato
tra capezzoli di ferro finiti dentro un cavo
di fuliggine annerita dalla pialla di camino
la sentinella intanto, preme una leva
tra la cenere…
Nessuno ha più voglia di ballare!
***
Dal libro Improvviso profondo… di Miriam Luigia Binda


