“tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te”
Quelle lucciole, fra l’erba alta, sulle colline di Fiesole
e quelle presse giallo oro essenza estiva di campo
che parevano aver sospeso la loro corsa a valle, fra i cipressi.
Quelle lune impudiche riflesse in specchi salmastri,
e quei ruggiti notturni che si spegnevano sugli scogli
oppure fiorivano in rose di spuma e di sale.
Mentre mani di vento picchiavano i vetri delle finestre…
Passi perduti della mente ad ingannare le attese ,
quel vagare nel vuoto dell’assenza scansando le ombre…
Poi le orme che riaffiorano quando l’onda si ritira, lenta.
Le riconosco. Riconosco i segni del mio andare
fra ricami d’alghe , sospiri di conchiglie e canti di risacca.
Un cammino di versi, il mio , per poterti incontrare.
Mara
L’immagine è del mio amico Ennio a cui dedico questi versi