Sono al cinquantatreesimo piano della mia esistenza e non so quanti altri piani potrò ancora salire del grattacielo, ma so per certo quelli che ho superato, anno dopo anno.
Io paragono la vita ad un grattacielo: si inizia dal piano terra e si sale con l’aumentare degli anni.
Quando sono nata ero al pian terreno, incapace di vedere fuori dalla finestra e accudita totalmente dai genitori, dalla famiglia.
Man mano che sono cresciuta, mi sono resa più autonoma e con il tempo ho imparato a gestire le stanze, ad osservare il fuori che mi appartiene.
Quando ero ai primi piani, durante l’adolescenza, l’orizzonte era limitato da alberi esterni, che mi coprivano parte della visuale, restringendo anche il campo delle possibilità, poi cresciuta sono arrivata alla “maturità” e da quel momento ho potuto scegliere con consapevolezza e responsabilità.
Tutto il processo di salire di un piano, ogni anno, è stato naturale e molto intenso.
Io credo di aver fatto tante cose, ogni anno ho modificato, arricchito il traguardo, l’appartamento interno, usando al massimo lo spazio a mia disposizione e facendo tesoro dell’esperienza del piano inferiore, sono salita a quello superiore, migliorandolo, arricchendolo di “cimeli” avuti per i successi raggiunti, gli obbiettivi realizzati.
Qualcuno pensa che aumentando con l’età, si perda qualcosa, magari si vergogna della propria e non la dichiara; per me invece si acquista ogni anno qualcosa in più, tanta saggezza, esperienza, abilità e orizzonti più ampi.
Io vedo la vita come un bicchiere che si riempie con l’avanzare del tempo.
La cosa che mi affascina è la possibilità che ho, nel proseguire il mio percorso, verso la cima, di allargare la visuale e conquistare uno sfondo sempre più ampio.
Io so che posso interagire fin dove arriva il mio sguardo, perché l’ occhio vede solo ciò che può contenere e gestire, nulla di più e niente di meno.
Salire di un piano significa avere più opportunità, il campo di azione si allarga, vuol dire poter osare e arrivare un po’ più in là…. dell’anno precedente, spingersi oltre…
Io non parlo di possibilità fisiche, il corpo non può seguire i sogni, i pensieri, i desideri, perché si deteriora nel tempo, ma parlo proprio dei pensieri, degli ideali, dei sogni che non possono essere bloccati oggettivamente.
A volte mi è successo di restare in finestra ad osservare, senza agire, piatta, sfiduciata, confusa, inattiva e niente mi ispirava, da qualsiasi lato del piano mi affacciassi.
Non mi diceva nulla il mare del lato est, la collina del lato ovest, la montagna del nord e la vallata a sud e ho colpevolizzato tutto questo perché non mi mandavano stimoli.
Poi ho capito che toccava a me, immergermi in questo spazio, andare incontro al mare, la montagna, alla campagna e automaticamente, come per incanto, ho avuto risposte, stimoli, segnali chiari, suggerimenti grandiosi.
C’è stato lo scambio tra il mio dentro e il mio fuori e nell’interagire ho scoperto l’arricchimento, l’imparare continuo, la saggezza, la scoperta senza fine….
Ho imparato ad essere attenta, più osservatrice, a desiderare di crescere per avere maggiori possibilità di modificare il contesto esterno a me.
Nel rapporto con l’esterno (uomini, cose, natura) ho scoperto che sono come un sasso gettato nell’acqua: se un sasso è piccolo e spigoloso, i cerchi creati non sono perfetti e sono talmente piccoli che non arrivano lontano; al contrario, un bel sasso levigato, arrotondato, modellato, gettato nell’acqua crea cerchi regolari, grandi, di qualità che arrivano molto lontano.
E’ mio costante desiderio rendere la mia esistenza levigata, pesante, intensa, piena di sostanza, in modo che io possa emanare cerchi di qualità, percepibili un po’ più in là del mio naso….
Quando faccio qualcosa di positivo e di valido, di fatto creo un cerchio di qualità considerevole che contagia altri, che tocca e porta benessere a chi ne viene anche solo sfiorato.
Il mio impegno consiste proprio nel produrre più occasioni possibili di benessere per me per gli altri.
Sono anche responsabile di ciò che propongo, di come mi muovo e di come mi pongo nei confronti del mondo, cominciando da chi mi sta accanto.
Salire di un piano equivale anche ad aumentate responsabilità, perché sono maggiormente consapevole, perché l’orizzonte è più grande e dentro c’entrano più persone, più cose, più natura.
Il percorso della vita è affascinante perché lo vedo con questa ottica.
Ci sono stati momenti in cui sono stata vittima della miopia più o meno intensa, che non mi ha fatto vedere gli obbiettivi lontani, i traguardi che avrei potuto desiderare e quindi operare per raggiungerli.
Ci sono stati anche momenti in cui la “cataratta psicologica” mi ha impedito di vedere chiaro e allora sono andata avanti a tentoni, insicura, con il rischio di inciampare e magari cadere.
Altre volte non mi sono accontentata di ciò che ho visto al naturale, e avendo la sensazione che dove finiva l’orizzonte ci poteva essere qualcosa di molto interessante e allettante, mi sono procurata un binocolo per cercare di capire cose fosse quello che, ad occhio nudo, era solo un puntino informe.
Questa è la vita, il mio vivere, è il mio stile di viverla che varia nel tempo.
Ci sono stati periodi in cui mi sono curata solo di me, del mio appartamento e neanche ho guardato fuori, mi sono sfuggite perfino le stagioni e i colori che cambiavano con il tempo.
Ho avuto alcuni momenti difficili, in cui per malattia non ho potuto nemmeno affacciarmi a vedere, ma in fondo al cuore sapevo che il fuori c’era e mi apparteneva e non ho potuto interagire fisicamente con l’esterno, ma mentalmente si.
E’ vero che i pensieri sono impalpabili, non si toccano, non hanno una forma fisica, ma una cosa è certa: creano energia, si propagano e producono gli effetti sperati, a volte molto di più di ciò che ho desiderato e immaginato, e poiché non ci sono barriere per inviarli all’esterno, io posso scegliere di far volare quelli positivi, lontano, lontano fin dove io desidero.
Mi conviene aprire la finestra del mio attuale appartamento, aprire la porta agli amici, far cambiare aria alla casa intera, facendo entrare la brezza del mattino, l’aria tersa, il calore del sole, l’umidità della pioggia, il rumore del tuono e lo sfavillio del fulmine.
E’ in questo inter-scambio continuo che mi arricchisco, maturo, divento più abile e capace di donare quanto di meglio ho a disposizione nella totalità del mio essere psicofisico.
Sono convinta che l’aria di appartamento miscelata con l’aria esterna è di gran lunga migliore delle sola aria esterna, o della sola aria di casa mia.
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Goccia I – Il grattacielo. Brano tratto dal libro “Il valore nelle orme del cuore” di Maria Lampa, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.