Per conoscersi – IV puntata

venere

Una rivelazione

Luca, un gigante gentile, uno che, se avesse voluto, li avrebbe stesi tutti gli imbecilli boriosi ma usciva dai contrasti con un sorriso e qualche battuta, lo trattava come uno di città anche se si interessava alla sua vita, alle sue esperienze in campagna e voleva conoscere la sua famiglia e diceva che lo invidiava per  quegli spazi di silenzio che a Roma era così difficile trovare e ascoltava i suoi progetti, i suoi sogni per quelle parti della sua terra che non si potevano coltivare e in cui lui avrebbe voluto creare degli ambienti straordinari, senza turbare, stravolgere, inquinare. Ma  Rocco avrebbe voluto parlare dei suoi sogni anche con la sua ragazza, a trovarla naturalmente. Era attratto da Lisa che tutti dicevano tanto in gamba, ma  a lui sembrava soprattutto una che si dava delle arie e forse era meglio trattarla come le altre, da macho menefreghista e farle abbassare le ali. Anche lui, lì a Roma, aveva imparato come fare.
Quando Lisa e Marta entrarono nella mansarda  molti degli amici erano già arrivati. Luca le abbracciò entrambe e le condusse sulla terrazza. Il sole stava calando  accentuando il rosso dei tetti,  accendendo i vetri delle finestre e la buganvillea che cresceva in un vecchio coppo e stendeva i suoi rami fioriti sul muro accanto alla portafinestra.  Dopo che il sole scomparve all’orizzonte, Luca accese le candele alla citronella e Marta cominciò a girare con vassoi di tartine per evitare che tutti si ammucchiassero intorno  al tavolo e qualcuno si impadronisse, magari solo per fare lo spiritoso, di un intero vassoio. Lisa rimase a contemplare l’orizzonte dove Venere brillava in un cielo tornato azzurro dopo l’incendio del tramonto, senza pensare a nulla, lasciando che tutta quella bellezza entrasse dentro di lei come un’onda dolce e struggente.
Rocco, appena Lisa era entrata, si era quasi nascosto unendosi a un gruppo di ragazzi che discutevano di calcio. Non era un appassionato ma ogni tanto buttava là un commento che gli pareva adeguato e così, da lontano, la osservava. Apparentemente era rilassato e sorridente ma dentro sentiva come un tremito, una vibrazione che dal petto gli  saliva fino alla gola e  le sue mani, infilate nelle tasche, erano contratte, le unghie infilate nei palmi. I suoi occhi correvano alla vita sottile, al seno colmo ed eretto, al collo su cui i capelli bruni s’ inanellavano morbidi. Avrebbe voluto infilare le sue dita in quei riccioli, baciarle il volto, tutto il volto, la fronte, gli occhi, il naso, le labbra rosee e piene. Si scosse. Non era possibile continuare così, meglio un’azione qualsiasi, anche sbagliata, che interrompesse quella tortura.
Lisa ora stava parlando con Alessia, una dottoranda con cui Rocco seguiva un progetto per Salvini. Le raggiunse e si fermò, poco discosto, alle spalle di Lisa:
– No, non è assolutamente possibile”- disse lei.
– Ma come – replicò Alessia  – dopo un esame di questo genere, l’ultimo prima del biennio di specializzazione, non ti prendi un mese di vacanza? E con la casa gratis a Lipari, il mare un incanto!.
– Appunto, con un esame di questo genere sono stata tre mesi senza poter far altro e non ho più una lira – replicò Lisa – e mi hanno offerto due mesi di lavoro, pagata e spesata di tutto a Cortina d’Ampezzo, il che non è male.- Alessia la guardò interrogativa.
– Un’ottima offerta – spiegò Lisa – fare da vicemamma a due gemelli di dieci anni che già conosco e che mi amano alla follia, come dicono loro. I genitori devono andare in Australia per lavoro e non possono affidarli alla colf né ai nonni che sono anziani e non ce la fanno ad accompagnarli in tutte le loro attività.

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