Al poggio

Fuori il vento soffiava rabbioso e sferzante, un vento freddo del Nord.
“Sarà freddo e ventoso così ad Amburgo, come da noi stasera? E se Tanino si prende una polmonite e ci resta per sempre, come suo cugino Leo?” aveva domandato a don Girolamo come già fosse una moglie premurosa. Il parroco non sapeva rispondere, perché neanche lui era mai stato ad Amburgo e si era limitato a dirle ritto sul sagrato: “Vai, Marinella, è tardi e abbi fede”.
Il vento le sferzò i capelli lunghi e biondissimi, straordinariamente nordici come i tratti fini della giovane in quel profondo Sud dove imperavano caratteri moreschi e resistenti.
“Siamo come il giorno e la notte” le aveva detto lui.
“O come il miele e il vin cotto che tutti e due vanno bene sui dolci di Natale” gli aveva fatto eco lei.
“E allora tu sei il miele delle nevole” l’azzittì lui con un bacio.
“E poi è tornato Tanino, nonna?”
“Sì, sì che è tornato e come avrebbe potuto lasciarla, bella com’era che tutti gliela invidiavano in paese. Radiosa come la luna nel pozzo.”
Un bel giorno di quelli in cui la brezza si infilava tra le giovani spighe a valle e le molleggiava, Marinella si accarezzava tra le mani un soffione gigante per ripararlo dal vento, perché non disperdesse i piumini prima che lei associasse un pensiero ad ognuno. Sentiva che il giorno era vicino e si rattristava.
“Vedrai che uno di questi giorni tornerà. Se li sarà fatti bene i conti il tuo Tanino. Sta solo aspettando di fare crescere il gruzzoletto ancora un pochino. ? un giovane assennato e saprà prendersi le sue responsabilità” la rassicurava nonna Ida.
Marinella sentiva che anche la sua creatura si era un po’ sopita, non si agitava più allegramente come una volta. Un bel giorno si avviò verso il poggio, barcollava sotto il peso sempre più ricadente che le faceva dolere le reni. Strappò con rabbia un soffione che pareva anche lui ingravidato tanto era grosso e incominciò a spiumarlo.
”Questo é per Tanino perché prenda subito il treno e non si dimentichi di noi.”Prese un altro piumino e continuò tra le lacrime:” Questo per mia figlia che nasca forte e sana e tutta fortunata”
Soffiò ancora e disse:” Questo è per il nostro amore che oggi compie nove lunghissimi mesi. E questo perché ti amo ovunque tu sia e, Gesú mio, fa’ che torni al più presto che mi sento morire”. Il vento smosse in un colpo solo tutte le piume che volarono via in una nuvoletta lanuginosa nel cielo. Non rimase nemmeno a guardare, intenta a singhiozzare con la testa sul grembo. I biondi capelli si sollevavano nell’aria, come ali di un’aquila regina si aprivano al vento. Iniziava a pensare di essere stata abbandonata alla sua vergogna. Si asciugò gli occhi con il dorso della mano, sfinita e si ricordò dei piumini ormai dispersi chissà dove. Giù nella valle, lungo la strada maestra, via Roma la chiamavano, vide un puntino nero, controcorrente. Si ingrandiva man mano che si avvicinava. Finché non distinse un berretto montato in testa a sghimbescio e un viandante con una bisaccia sulle spalle.
“Chi era, un brigante? L’uomo nero che mi fa paura nella notte?”
“No, tesoro, era tuo nonno Tanino che se ne tornava giusto in tempo per vedere la tua mamma che nasceva”
“ E come finisce, nonna?”
“Non è ancora finita, sai. Ma se volessimo concludere la storia direi che finisce, finisce che se desideri fortemente qualcosa basta che chiudi gli occhi, esprimi un desiderio soffiando su un piumino senza soffocarlo, e il vento saprà condurlo dove vuoi tu, laddove le due energie si troveranno riunite nello stesso cammino, mano nella mano come lo sono ancora nonno Tanino e nonna Marinella.”
“Per sempre, nonna?”
“Per sempre”.

Estratto del racconto “AL POGGIO” premiato al 2° posto al Concorso Lupo 2008 di Roseto Valfortore. Il racconto é stato tradotto in franco-provenzale e pubblicato in antologia.

6 Commenti

  1. Grazie Marinella,
    della tua simpatia, dei tuoi elogi, della bellezza delle tue parole.
    Speriamo di rivederci a breve
    Luciana

  2. Cara Luciana,
    complimenti per il tuo bel racconto che, come sempre la tua scrittura, trasmette emozioni di vita vera e sensibilità per i nobili sentimenti e le tradizioni, in un delicato dialogo tra generazioni.
    Con affetto

    Daniela

    • Grazie Daniela,
      spero che le nostre parole che cesellano i ricordi o, talvolta, gli stessi ricordi dei nonni che a noi, giovani di allora, sono stati affidati giungano e creino emozioni anche nel cuore delle nuove generazioni. Ci sono momenti, come il periodo storico che stiamo vivendo, in cui quegli esempi di uomini duri, probi, dediti al sacrificio possono incitare e temprare gli animi.
      Almeno questa è l’illusione, se no ci terremmo i ricordi ben serrati dentro di noi senza esplicitarli. Mi conforta leggere tanti altri bellissimi racconti, come quello di Nicla Morletti, quelli tuoi, di Lorenza Caravalle, di Marinella, che, senza volerlo o perché si condividono gli stessi sentimenti, sono diretti verso il recupero del pasato e delle tradizioni.
      Luciana

  3. il cambio frequente di prospettiva, sia naturalistica: il fiore e la strada lontana, sia generazionale: i drammi dell’età adulta e i giochi dei bambini, la vitalità dei colori e dei sentimenti, il vigore del del vento e di certe espressioni locali, impreziosiscono questo breve racconto scritto con la tua inconfondibile maestria

    Andrea M.

    • Grazie Andrea,
      per le parole di apprezzamento e per l’attenzione verso la mia produzione letteraria. I commenti aiutano tutti noi a crescere e a trovare l’espressione e lo stile più congeniale. Le espressioni locali servono, talvolta, a delineare meglio il/i personaggio/i e in questo racconto, che doveva ispirarsi ai valori e alle tradizioni della Daunia subappenninica, forse hanno reso meglio un passato non troppo lontano che si intreccia in un dialogo inter-generazionale che deve essere mantenuto sempre vivo perché quei valori non vadano perduti.
      Luciana

      • Cara Luciana,
        che dire di questo racconto emozionante più di quanto già dica? Racconta di valori inter-generazionali, di colori e sentimenti di vita, ma soprattuto di speranza. BRAVA!
        Ti abbraccio forte.

        Marinella(nonnamery)

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