Nell’arco d’una sillaba

Sei qui, preziosa, a sciogliermi la notte
nelle labbra che sai avide radici
affondare in questo latte d’astri
e lasci scorrere tra le dita
il tempo del mio volto in cerca
eco di stagioni troppo aride.
Punta Vreca. Poca terra raccolta
tra rocce ed acque. Ricordi?
Ulivi fondevano gli azzurri
quando secco ci colpiva e acuto
amore, fitto di sguardi, ripido
delirio dalle ali d’avorio, forte
come il tuono dal fondo di conchiglie
e presto cresceva l’alto, sicuro
fermo orizzonte da cui dettavamo
gioia piena a tutta la costiera. Qui
lo stesso cielo nella mano aperta
reclini come eclissi che si compie,
ora che la tua voce asciuga dolci
memorie nell’arco d’una sillaba
o di una vita. Amore, intatto veglia
il grido del primo sangue, fragile
tempio dell’estasi. Ormai
non ho più dell’esule il respiro. Tu
conservi uguale nel viso la luce
appena mossa della luna.

5 Commenti

  1. Davvero una meraviglia. Scorre come acqua, come vita, in scintillio di luce, d’amore, da sorgente impetuosa a distesa calma e profonda. Tutto poi comprende. Come amore. Complimenti grandi.

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