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Racconti nove di Lella De Marchi

“Le prime mattine senza Gisèle non è cambiato niente. Io sono sempre senza lavoro e la mattina la passo spesso in casa. Appena sveglio, mi pettino a lungo davanti allo specchio come se Gisèle stesse per arrivare, mi vesto come prima con Gisèle, sto stesu sul divano, ascolto i miei dischi jazz, mi bevo il mio infuso o la tisana. Adesso mi chiedo se tutte queste cose le facevo per Gisèle o per me, oppure per tutti e due, e comunque continuo a farle anche adesso che Gisèle non c’è più. Ho addosso la stessa trepidazione che non si placa, ho sempre lo stesso nodo alla gola, solo che adesso non si scioglie piano piano. E non giro più la maniglia della porta per trovarmela di fronte. Però, se voglio, posso anche immaginare Gisèle mentre si sveglia o si fa la colazione, mentre prepara Camille per l’asilo e poi ce l’accompagna, mentre passa lungo il fiume con la bicicletta poi svolta l’angolo della via, sale in ascensore ed entra in casa mia. Posso anche immaginarla sul tappeto o distesa sul divano accanto a me.

Quello che è cambiato giorno dopo giorno, da quando Gisèle non viene più a casa mia, è l’alchimia dei miei pensieri. Il modo in cui alcuni dei miei pensieri prendono il sopravvento sugli altri, il modo in cui i diversi pensieri che prendono il sopravvento sugli altri si combinano tra loro, il pensiero dominante che ne esce, il peso lo spazio il tempo che occupa nella mia mente.”

(…)

“Più passa il tempo, sembra strano, e più ripenso a Gisèle. Più passa il tempo e più mi ricordo di lei. Quasi ogni notte, poco prima di chiudere gli occhi disteso sul letto, nel silenzio della stanza, io ripenso a Gisèle. La ripenso come voglio. Mi piace ripensarla a puntate, così come si guarda un telefilm alla televisione. Mi piace sfogliarla, così come si fa con un album di fotografie. Me la riguardo all’indietro, percorro tutte le tappe dal momento in cui è uscita da casa mia l’ultima volta alla sera in cui l’ho incontrata. Poi me la guardo in avanti, dal momento in cui l’ho incontrata alla mattina in cui è uscita da casa mia dicendo che era finita tra di noi. Costruisco, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, il ricordo che ho di lei. Ogni volta che la penso così, in avanti o all’indietro, chiudo il cerchio di Gisèle”.

***

“Il cerchio di Gisèle” da Racconti Nove di Lella De Marchi, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

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