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Siracide 9,10. Gaia scopre la morte di Incoronata Silvestri

Una voragine della quale non vedi il fondo (…e probabilmente non esiste…). Lo spazio ed il tempo. Nulla esiste più veramente. Una stasi emotiva che non ti fa cedere. Incredulità. Non è successo a me.
La morte è sempre degli altri. Mai nostra,mai di chi amiamo. La nostra immunità è scontata. La nostra fragile umanità dimenticata. La morte non ci appartiene. La morte non appartiene alla nostra vita. O forse non fa parte della vita. Forse è la fine della vita, o il suo giusto inizio. Forse ne parlo, la esploro, la penso, la sperimento indirettamente, ma non so cos’è. Un evento della vita o la sua tragica e miserabile fine? L’inizio di quella eterna o la semplice fine di quella ovvia e mortale? Aggrappata alla speranza o chiusa e dura nell’oggettività? Cinicamente e realisticamente giustificata o emotivamente e sentimentalmente rifiutata? Devo razionalizzarla, credo. Ma così razionalizzerei anche la nostra miserabile fragilità, la mia insopportabile impotenza, la nostra inutile esistenza, la mia inesistente persona.
Ho sempre sostenuto che Lei fosse parte di un ciclo naturale, si…il ciclo naturale della vita altrui… fino a quando non è entrata nella mia  facendomi assaporare l’amaro di quella macchina perfetta che è la natura. In realtà non ti rendi conto di niente, ma intuisci che la vita è tale perché è appesa alla morte. Le gioie ed i dolori sono importanti perché ti fanno sentire vivo.
Tutto questo essere, sentimenti e parole, pensieri e sorrisi, dove andranno a finire? Solo nel tempo e nel ricordo di chi dimenticherà e finirà? O vivranno ancora dopo la morte in quel Paradiso tanto cercato ed aspirato? Che strano parlare di vita quando si parla di morte. Almeno quanto è strano pensare che l’universo sia infinito quando il mondo in cui vivi è definitamene finito.
E’ vano tentare di riempire una voragine senza fondo, vano cercare di trovare spiegazioni e giustificazione che diano un senso quando ciò che ti logora profondamente è legato a qualcuno al quale puoi parlare solo guardando il cielo o la terra, o quando distesa sul letto saluti la tua giornata. Al quale poni domande destinate a rimanere senza risposta ed al quale ormai sei capace di rivelare anche i tuoi più intimi pensieri con la speranza che ti ascolti.
Troppo violento il distacco, sempre troppo lunghe le ore che lo succedono.
Chissà se esiste quel tunnel…se Andrea lo ha visto ed ha raggiunto la luce o se l’hanno scaraventato dentro con la violenza dell’impatto. Chissà se mi ha vista piangere. Chissà se mi ha sentita rimproverarlo. Chissà se mi ha ascoltato mentre gli confidavo tutto ciò che non avevo mai pensato di dirgli e che probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di dirgli guardando il verde dei suoi occhi. Chissà se sa quanto bene gli voglio e che non sapevo di volergli ancora… un bene che non sapevo di volergli quando ero troppo presa dalla mia vita, dagli impegni, dalla frenesia.
Un bene che ho riscoperto solo quando ho scoperto che non l’avrei mai più visto passeggiare nella stradina che costeggia la mia casa.
Chissà…
Chissà se diventerò più dura e razionale.
La razionalizzazione non è altro che la difesa e la risposta a quel trauma emotivo che è la vita. Non è mai stato il mio forte.
Mia madre era diversa. Perfetta. Razionale e forte.
Non tradiva un’emozione. Un volto impunemente austero.
Gettata a capofitto nella vita, lo sguardo duro ed il capo alto. Sempre. Aveva le risposte. Sempre. E se non aveva le risposte aveva il Mistero, il Destino, la Volontà e la Natura Madre come razionali ed incongruenti giustificazioni.
Sono nata come figlia della Volontà umana, da un incontro voluto dal Destino, governata dalla Natura Madre, destinata a vivere nel Mistero. E finirò nel grande Mistero della Natura Madre per Volontà del razionale Destino. E’ questo. Finirò. Eppure sento di avere dentro l’infinito.
Panta Rei… Tutto Scorre. E la Vita non è altro che l’inizio ed il concretizzarsi della naturale fine.

Il più grande organismo vivente è una foresta di pioppi in Colorado…si, organismo, perché in questa foresta ogni pioppo è collegato,unito e dipendente dall’altro… è questo il fantastico segreto e unico principio della Natura, tutto è collegato da una sottile ed inesauribile trama di energie.
Inglobiamo e metabolizziamo l’energia di ogni cosa che ci attraversa, di ogni persona a noi vicina, di ogni pianta che tocchiamo.
Ecco perché sento Andrea ancora così vivo. Non è il suo ricordo. E’ la sua energia. Un’energia che è ormai parte inscindibile di me e che mi accompagnerà per il resto del mio cammino.
Sartre diceva che noi siamo ciò che mangiamo…è vero…noi siamo tutto ciò che ci circonda. Siamo il rock che ascoltiamo, i paesaggi che osserviamo, la gente che abbiamo amato e quella che abbiamo odiato.

E’ strano ma è tutto collegato… e probabilmente anche la morte è un’energia che ci collega a qualche altro altrettanto meraviglioso quanto spaventoso mistero come la vita stessa.
Miliardi di miliardi di microparticelle che ruotano veloci… nell’uomo, in un albero, in un cane, come nell’acqua, come nel fuoco. Particelle, particelle, particelle…che girano, girano…cambiano, si trasformano, si legano… ma non si dissolvono…non spariscono.
Esiste un filo conduttore anche tra questa vita e l’altra ( se vita è).
Lo so da sempre, me lo hanno insegnato ed a suo tempo l’ho sperimentato. Ma nonostante tutto, nonostante io sappia che nulla muore veramente ma è energia che cambia forma, ancora oggi la  signora Morte mi lascia sbigottita e senza fiato, senza capacità razionali e di reazione.

Spesso sento il peso delle energie.
Il mio dono è assorbirne più degli altri…o come la chiamava mamma “sensibilità energetica”.
Da bambina non riuscivo a controllarla.
Ricordo ancora le notti insonni, le stanze stracolme e la sensazione di non essere mai sola. Gli improvvisi exploit di lunghi pianti e le incontrollabili esplosioni di gioia e talvolta di aggressività.
Quelle sensazioni di troppo “non so cosa” che mi facevano girare la testa e svenire.
Ho imparato a controllarmi…almeno credo. O forse cerco solo di ignorare tutte quelle ondate che mi tamponano. Talvolta cercano aiuto, talvolta compagnia. Delle volte si divertono solo a spaventarmi ed altre desideravano solo tormentarmi, forse solo per confermare a se stessi  che è ancora vera e reale la loro stessa esistenza.

***

Leggiamo e commentiamo insieme il brano tratto dal libro Siracide 9,10. Gaia scopre la morte di Incoronata Silvestri, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.

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