pezzi di me
sparsi
sul pavimento di cotto
minuti ore fa
rimbalzavano
pallini di mercurio blu
raccoglili tutti
mettili insieme
con maniacale precisione
come fossero minuscole schegge di vetro
incolla i frammenti
stringili con cinghie di nylon
(e promettimi che)
le allenterai
solo
quando
sarò tornata di marmo
Io trovo molto interessante e profonda la tua poesia. Le delusioni a volte fanno a pezzi il nostro corpo e la nostra anima, e solo facendoci marmo riusciamo a sopravvivere. Complimenti, ti invito a visitare il mio blog Lenio Vallati.
il bello è trovare qualcuno che sappia unire i pezzi nel modo giusto
Le “cose”sentite,hanno voce profonda.
ciao Ilaria
fr
questa “cosa” (non mi reputo poetessa) la scrissi molto tempo fa…
sul mio blog.
non ebbe commenti. o uno, forse.
c’e chi mi aveva detto non avesse lasciato nulla perchè sono troppo ermetica (?????io???)
per questo… ora…
mi stupisco, tanto, tanto davvero, della profondità con la quale la percepite.
grazie!
splendido disegno della compattezza del marmo che non permette entrate,ma solo scalfitture.
“Tornare” di marmo,però, non è “essere” marmo.
Brava.
fr
Particolari sono le immagini che riesci ad evocare…
Essere di marmo…a volte serve.Sono d’accordo con Mariamartina…
oh my god…
grazie!
grazie. per avermi capita.
grazie davvero…
Poesia incisiva ed amara. E’ vero che in certi momenti della nostra vita solo se siamo di marmo possiamo resistere alle sofferenze che un amore mal riposto può infliggere.