Abbandonato
l’intelletto si costringe in volute di sconforto
per te che lontana di passione
ti rigiri in frasi da notaio
e chiudi in ceralacca il ticchettio del tempo.
D’autunno in fiore non è albero
l’amore che dimora nel mio campo.
Pulsa a scroscio
il ritmare usuale di parole contro parole
in te che pervasa dell’assenza
ungi la ruota al correre dei giorni
a indovinare futuro dentro una sfera.
Da seme spontaneo nasce l’albero
s’abbevera di pioggia al naturale.
Rimbomba a tuono
il ruggito del cuore solitario a notte
su te che nelle profondità del sonno
albeggi un sogno vestito
e disiggilli l’armadio dove appendi amore.
E sarà albero di frutti a maggio
sarà il giorno in cui nascono ciliege.