Quel giorno a Brownsea

Non fu a caso quel giorno a Brownsea
che Robert Powell guidò il veliero
verso la pace.
Non fu a caso che venti ragazzi
navigarono verso la primavera.
Fu l’incantesimo dell’amicizia
che spinse lui e i suoi ragazzi
verso giorni profumati
che facevano respirare la sua luce.
Non è un caso che Robert
e i suoi ragazzi dopo cento anni
fanno assaporare a milioni di uomini
gli aromi della luce.
Non è un caso
che l’esercito delle camicie azzurre
fa viaggiare la luce e la fa giungere
oltre i confini dell’egoismo.
Quella luce che riflette i sorrisi del cielo
apre le finestre alle aurore
dipana i dolori, allontana la solitudine
porta in dono sogni
innalza altari all’amore.
Quella luce che non si perde nel vento
ma corre a perdifiato
e arriva nella Valle dei Templi di Agrigento
per consacrare gli scout Telamoni
dell’onesto sudore della fronte, del coraggio
dell’avventura, della libertà, della solidarietà
del gioco, del canto, della preghiera
della saggezza, della verità
della bellezza del creato.
Quella luce che rinnova il giuramento:
“Una volta scout, per sempre scout”.
Quella luce che fa germogliare mille motivi
per cui vale la pena vivere
e lottare per far vivere.

Immagine: nella foto Robert Baden-Powell

3 Commenti

  1. Bella questa poesia sognante e realistica assieme. E’ un bellissimo modo di raccontare una storia.
    La gente deve portare in se gli ideali come una torcia di fuoco che non si spegne mai, nemmeno di fronte alla morte.
    Ed è meraviglioso come simili personaggi ci ricordino quanto gli ideali sono importanti.

    Complimenti,

    Marghy

  2. Gent.ma Redazione, sono felice che mi abbiate fatta pervenire una meravigliosa rosa per la mia poesia “Quel giorno a Brownsea”. Mi sono molto commossa e mi sono sentita alquanto gratificata. Sono andata in chiesa e ho deposto la rosa ai piedi del Simulacro del SS. Crocifisso di Siculiana, in modo che essa, rivolgendosi al Signore, potesse chiederGli una vita per tutti profumata. Grazie di cuore e complimenti per la vostra attività culturale pregnante di umanesimo.
    Giuseppina Mira

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