Riflessioni su l’uomo e la società di Giovanni Manzo

C’è un futuro per l’uomo e l’umanità? –

È sensato immaginare un futuro illimitato per l’umanità e per l’uomo? Pensiamo subito a un prolungamento illimitato della storia umana attraverso la rigenerazione della specie, così come l’uomo singolo si proietta nel futuro con i figli e i propri discendenti. Diamo per scontato un limite temporale ravvicinato alla vita dell’uomo per la constatazione frequente e diretta della sua morte. Ci riesce difficile immaginare una fine prossima dell’umanità, in quanto il grandissimo numero di uomini che la compongono la mettono al sicuro dal cessare di vivere nella sua totalità. Nella realtà l’umanità muore un po’ tutti i giorni con la morte quotidiana di molti suoi componenti e nello stesso tempo risorge con la nascita di innumerevoli bambini, che da adulti la rinnoveranno perché diversa rispetto ai genitori sarà la loro formazione e mentalità, per il rinnovamento incessante della cultura, della scienza, dei costumi, dei comportamenti. Lo stesso si può dire dell’uomo, che in qualche modo continua a vivere con la sua progenie.
Ho delineato fin qui il proiettarsi dell’umanità e dell’uomo verso il futuro attraverso la riproduzione e la trasmissione del sapere e delle competenze acquisite dai giovani. Ma queste modalità di avanzamento, pur assicurando la continuità delle culture e dei costumi, non rispondono alla domanda se c’è un futuro illimitato per l’umanità. La risposta non può consistere nel rinnovamento e nell’alternarsi della vita e della morte dei singoli. L’umanità deve tenere in debita considerazione le variabili dispersive e aggressive che possono emergere dal suo interno e la possibilità di un accidente di natura esterna; inoltre deve rendersi conto che vive su un piccolo pianeta, che si muove nello spazio infinito dell’universo, esposta a degli eventi che la possono distruggere. Non ha, malgrado lo straordinario progresso scientifico e tecnologico, la minima possibilità di modificare a suo piacimento le leggi e le forze della natura e dell’universo.
Il progresso della genetica, della biologia e della chirurgia accende la speranza di poter prolungare la vita a dismisura. Questa speranza è vestita di illusione e avvia l’uomo verso falsi miraggi. Ammesso che un prolungamento della vita individuale in termini relativi è già possibile nella nostra società opulenta, quali vantaggi l’umanità ne ricaverebbe se il prolungamento dovesse essere incrementato ed esteso nel tempo a tutti gli uomini? Come risolverebbe l’enorme crescita della popolazione, il suo nutrimento e l’impatto con l’ambiente?
In quale modo i governi potrebbero garantire a tutti le cure e gli interventi per il prolungamento della vita ed evitare che soltanto le classi privilegiate ne traessero beneficio, creando nuove e intollerabili disuguaglianze sociali? Ci troveremmo nella necessità di ridurre le nascite. Avremmo una società prevalentemente di “anziani giovani” in qualche modo attivi, ma privi della forza dinamica e propulsiva propria dei giovani. Gli equilibri psicologici fra generazioni verrebbero alterati, lo stesso mondo produttivo subirebbe notevoli squilibri d’impiego di personale e di efficienza.
I futuristi pensano di ovviare all’incremento eccessivo del genere umano colonizzando altri pianeti, eldoradi celesti, frutto di fervida fantasia. Così facendo cavalcano l’euforia del progresso scientifico. L’umanità deve essere consapevole che ha un futuro limitato nel tempo e non deve trastullarsi in sogni impossibili e fughe in avanti.
Deve rivolgere la sua attenzione e cura nel risolvere con realismo i problemi che la vita ci impone; dare soluzioni sagge ai suoi problemi, evitando facili scorciatoie. Penso sia necessaria una presa di coscienza etico-morale e una condotta coerente. Il futuro dell’umanità sta in questa presa di coscienza. Occorre riconoscere in sé il valore in cui porre le proprie speranze d’immortalità.
Tutto ciò che è materia ha un limite temporale e noi non possiamo sfuggire a questa legge. Credere di non essere solo materia ci consente di sperare nell’immortalità. Le notevoli e talvolta stupefacenti conquiste della scienza non potranno assicurare l’immortalità dell’uomo, ma possono migliorare la sua salute e prolungare la vita. Anche la scoperta dei geni dell’invecchiamento non deve creare illusioni. La loro scoperta consentirà uno studio più mirato dei processi di decadimento cellulare e il collaudo di procedimenti di rallentamento dell’invecchiamento sul piano biologico. Questa scoperta, quindi, potrà rallentare il decadimento fisico e psichico, ma non potrà capovolgere la struttura dell’uomo forgiata in centinaia di migliaia di anni dalla natura con cui ha convissuto in simbiosi.
Le considerazioni sin qui fatte sull’impossibilità dell’uomo di avere un futuro illimitato sono valide anche per la specie umana considerata nella sua totalità. Il ciclo esistenziale dell’uomo si conclude in un breve arco temporale, quello della società umana si differenzia in modo notevole. Questo destino diverso non è per l’umanità garanzia d’immortalità: La rigenerazione attraverso la riproduzione mette al sicuro l’umanità dal decadimento fisico e psichico. Da questo punto di vista si potrebbe pensare a una umanità che non invecchia, proiettata verso il futuro remoto senza limiti. Purtroppo non è e non sarà così. Qualcuno potrebbe prospettare la possibilità che in futuro nuclei umani, disponendo di vettori molto più veloci degli attuali, potrebbero trasferirsi in pianeti oltre il sistema solare, aventi caratteristiche fisiche simili al nostro per assicurare la continuità della nostra specie. Ammesso che questi nuclei umani abbiano raggiunto un livello tecnologico per traversate interstellari e abbiano trovato il pianeta adatto alla vita umana e vi si siano acclimatati, essi non avrebbero risolto la proiezione della vita umana nel tempo futuro illimitato. Infatti, per la seconda legge della termodinamica l’universo è soggetto alla perdita progressiva di calore e di energia, che renderebbe difficile e problematica la vita degli uomini sopravvissuti. Rallenterebbe molto le capacità reattive, d’ideazione, i tempi d’informazione e allungherebbe quelli di ogni attività. Nel caso che l’orientamento dell’universo, per ragioni ancora non conosciute dovesse prendere la strada della contrazione invece di quella della dilatazione attuale, la vita di questi nuclei umani sopravvissuti non sarebbe meno infelice, in quanto dovrebbero affrontare problemi opposti a quelli descritti prima, cioè affrontare problemi esistenziali in cui tutto correrebbe così velocemente da non dare agli esseri viventi il tempo di riadattarsi; ogni comunicazione arriverebbe prima di potere essere recepita e ogni azione sarebbe impossibile perché superata dagli eventi. Queste considerazioni devono farei comprendere che noi possiamo vivere nel nostro o in altro pianeta soltanto nelle condizioni attuali dell’evoluzione cosmica.
Dobbiamo concludere che nonostante le scoperte della scienza di oggi e di quelle future, la durata illimitata dell’umanità è e rimarrà un’utopia.

Riflessioni su l’uomo e la società di Giovanni Manzo – Edicosm, 2012 – pag. 169

Il commento di NICLA MORLETTI

In questa nostra società contemporanea, essendo l’uomo frastornato da numerosi stimoli che lo distraggono in continuazione, un saggio come questo di Giovanni Manzo, è indubbiamente ciò che ci vuole per indurre, nella sua lettura, ad un’attenta, serena e consapevole riflessione sui problemi attuali della società, sull’Io e la coscienza, il giudizio morale e la moralità, l’assoluto e il relativo, la scienza e la religione.
Giovanni Manzo è laureato in Pedagogia e specializzato in Psicologia. Ed in questo volume prezioso, le cui pagine sono molto curate, con un linguaggio dinamico, snello e ben comprensibile, offre al lettore la risposta a numerosi quesiti, incoraggiando l’uomo alla speranza, alla fede, alla verità. La scienza può rendere immortale l’uomo? Esiste un futuro illimitato per l’umanità? Che cosa è l’Io? E quali sono i processi ambientali del pianeta? Quanti di noi si saranno interrogati su questi argomenti, trovando una difficile, se non impossibile risposta. Ed ecco, come per incanto, la pubblicazione di questo ottimo saggio a risvegliare e rassicurare le nostre menti. Un volume di cui consiglio la lettura a tutti, magari la sera, nel silenzio, prima di addormentarsi, quando tutto tace e nel cielo si accendono le stelle.

2 Commenti

  1. Alle volte molte cose si danno per scontate,ma ogni tanto fermarsi e riflettere potrebbe aiutarci a vivere meglio il presente e a non farci peggiorare il futuro.

    Saluti
    Barbara

  2. Basta un salto di gradino,
    una caduta a rimpiattino,
    batter la testa sul massicciato
    e il morir e’ bell’ annunciato.
    Il Libro della Sapienza
    recita con molta insistenza
    che settantanni son per i piu’ forti,
    a ottanta ci si arriva storti.
    Dobbiam vivere bene, senza l’ affanno,
    perche’ questo reca solo danno.
    Giovanni prospetta vari scenari,
    tutti dagli sfondi amari.
    Rifletter sull’ uomo e la societa’
    non e’ esercizio del’ ovvieta’,
    ma un modo per ricuperare, da credente,
    l’ infinito per tutta la gente.
    A patto che risaliamo dalla Terra
    a tutto cio’ che il Cielo rinserra.

    Gaetano

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