Quante anonime strade
flagellate dalla pioggia e dal gelo
tra i venti infuocati del Sud
tra tempeste e ingannevoli bonacce
quante impervie salite dinanzi a me
Interminabile notte ad accogliere
irraggiungibili riflessi all’orizzonte
flebile faro per il mio cieco sguardo
Frammenti di solitudine raccoglievo
come pezzi di vetro già pronti a ferire
Divorata da infide inquietudini
d’una mente velata dai più foschi tormenti
interrogandomi sul perché di esistere
raminga nella voragine dell’abbandono
la speranza sulle spalle incurvate
nell’assenza di illusioni
senza mai trovare ristoro
Viandante di giorni vuoti
le forze ultime a brandelli
già pronta ad abbandonarmi
sulle impronte indelebili
l’ombra di me stessa trascinavo
Fino all’istante in cui gli occhi tuoi
albori verdeggianti d’inviolate praterie
responso ad ogni mio straziante dubbio
compiuto senso del più arcano destino
Avviamoci fianco a fianco
sul viale di un’assolata vita