Ed all’improvviso il silenzio. Tutto tacque, i rumori al di fuori, le voci sconosciute ed estranee. Il mondo si fece da parte, muto. Le pareti diventarono di velluto, l’aria rarefatta ed infuocata. Rimanemmo sospesi in un’atmosfera senza tempo né spazi. Calò la penombra nel mezzo del giorno assolato, scomparvero i nostri visi. I corpi intrecciati diventarono contorni indefiniti, sul muro si delineò l’ombra di un ritratto informe tracciato da una matita ubriaca. Le parole e le risa si trasformarono in sussurri e respiri lenti, affannosi, che salivano dal ventre della terra. Il battito dei nostri cuori si fece musica d’accompagnamento in un ritmo crescente, un bolero sempre più travolgente ci avvolse, trascinandoci insieme in una corsa irrefrenabile verso quello squarcio nel buio dove scorre il fiume tempestoso che urla d’amore. Un vortice infinito inghiottì le emozioni. Frammenti di cielo piovvero negli occhi chiusi. E furono tuoni e fulmini, fu l’uragano su di noi avviluppati in un abbraccio di colori abbaglianti. Furono profumi inebrianti. Fu l’eco assordante di canti lontani. E fu luce, luce accecante.
-Maya-