Ti aspetterò mia amata,
una notte di maggio,
nei giardini pensili di Babilonia.
Andremo lieti, mano nella mano,
lungo i sentieri che furon di Semiramide.
Sospiri spezzati saliranno in cielo,
come timida brezza marina mai sopita.
Laverò i tuoi piedi con l’acqua santa.
Li asciugherò nella seta più raffinata.
Poi ruberò i cirri più belli,
e li trasformerò in soffice alcova.
Una melodia riempirà la notte di note perlate.
Un dolce piacere, leggiadro,
si prenderà gioco delle nostre anime,
lasciandoci nudi e felici.
Come bambini innocenti.
Non serviranno parole, a dipingere il cielo di blu.
Ne promesse, a colorar di rosa i tramonti.
In un eterno istante,
sarà racchiuso tutto il senso di una vita.
E allora sapremo.
Che il paradiso è qui, ora e per sempre.
Come quella stella, che trasognati guardammo,
un attimo prima di…