Il naufrago del bosco di Gabriella Tabbò

È un naufrago atipico, quest’uomo che si ritrova solo, nel bosco impervio dell’Appennino; doppiamente solo perché ha perso anche il contatto con la sua identità per un trauma durante un’escursione, che lo ha privato della memoria. Qualcosa, dentro di lui, gli dice di tenersi lontano dal mondo civile finché non l’avrà ritrovata. Nella sua mente risuona un mantra ossessivo: “ Sono in fuga, sono in fuga …” Ma da che cosa? Da un evento, da una colpa, da se stesso? Inizia così l’avventura del “Naufrago del bosco “ che lo porterà attraverso il contatto con una natura difficile ma generosa, alla scoperta di una verità nascosta e ad una profonda maturazione personale.
La trama si snoda veloce, catturando l’attenzione come un poliziesco, conquistando il cuore come in un romanzo d’amore, interessando l’intelletto come un trattato di psicologia, alimentando la curiosità come in un testo scientifico, per quanto riguarda la conoscenza della botanica e l’uso delle erbe medicinali a cui il“ sopravvissuto” ricorre. Il tema di fondo è l’amore per la natura, che l’autrice esprime felicemente anche nei suoi quadri. Ne abbiamo uno splendido saggio nell’acquerello di copertina. Il racconto è accompagnato da una “ colonna sonora” : sono le poesie “ di nonna Irina” che, inserite nella storia con un sapiente artificio letterario, potrebbero da sole costituire un’opera deliziosa.

***

da pag 61-62

(…) Sempre d’altronde la natura consolava e rinfrancava l’uomo che aveva perso la memoria e che riteneva (poiché aveva bisogno di possedere almeno un nome!) di chiamarsi Riccardo. Un giorno, scollinando sopra un costolone, si fermò a guardare il paesaggio che si stendeva, verde e immenso, e fu investito da un colpo di vento nato all’improvviso. Allora piantò più saldamente le gambe a terra, socchiuse gli occhi verso il sole e si lasciò invadere da una sensazione panica straordinaria. Gli pareva che dalle dita dei piedi gli fossero spuntate radici che lo ancoravano al terreno, mentre il corpo fluttuava libero nel vento, piegandosi dolcemente come un tronco flessibile, assecondando l’aria che lo permeava tutto e anche le braccia ondeggiavano come rami, mentre dalla punta delle dita spuntavano teneri boccioli e gemme. Eccolo: era un essere animato ma indefinito, una parte stessa della natura, carne e sangue, certo ma anche linfa e corteccia e, perché no, una pietra scistosa, fragile e attaccabile dal vento. Era pure nube vagabonda, e acqua filtrante, sinuosa, sfuggente, e aria e luce, tanta luce che accendeva ovunque un’orgia di colori, una gamma infinita, molto più di quanto l’occhio umano potesse percepirne. Ed era anche tutti i rumori, i fruscii, gli schiocchi, gli ululati,i gemiti di rami cigolanti, ed era odore di fieno e umidori marcescenti di vegetazione in disfacimento, profumo acuto di menta, di elicrisio, di verbena. Tutto era in lui e lui era in tutto, in ogni cosa, uomo fatto vegetale e minerale ed essenza eterea e liquida, per il miracolo pagano e divino insieme che prorompe dalla madre terra solamente per chi ne diventa degno a forza di ostinato amore.

***

da pag 79-80

(…) Dietro al corpo massiccio del dottore, spuntava un’altra figura piccola e nera. A una nuova presenza Riccardo non era preparato:pensava al dottor Pietro e a sua figlia Lisa come a due eremiti simili a lui. Eppure il medico aveva pur detto di avere un paziente …
“ Vi presento subito, ” interloquì il medico “ questo è il nostro prezioso Don Evandro e questo signore è … un turista che … ha conosciuto mia figlia per caso.” Pareva a disagio anche lui.
La piccola figura si fece avanti: era un sacerdote vestito con l’abito talare come non se ne vedono più, minutissimo, piccolo di statura, con un visetto sottile, affilato come un coltello e ricoperto di peli bianchi di barba mal rasata, ciuffi disordinati di secchi capelli candidi e due occhi celeste sbiadito in una rete di solchi a raggiera e di borse. Sorrideva con una bocca parecchio mal messa quanto a dentatura e il sorriso era accattivante e svanito insieme. Riccardo prese con estrema precauzione una manina che non era che un fascetto di pelle macchiettata.
“ Uno straniero! Un forestiero!” si estasiò il prete. “ Quanto tempo sarà che non ne vediamo uno, eh, dottore?”
“ Veramente è venuta tanta gente per la Sagra delle patate, non ricordi più, don?” gli disse l’altro, bonario.
“ Già, ma uno così … è diverso. Ma lo sa,” disse rivolgendosi all’uomo “ che noi siamo l’ultimo avamposto della civiltà prima del … prima del Nulla? Lo sa cosa c’è dopo il paese? Boschi e pietre, monti e lupi e cinghiali e … il Mistero.”
“ Non me lo spaventare!” scherzò il padre di Lisa “ E poi noi ci viviamo, no?”
“ Per noi è diverso, ci siamo nati, ci siamo abituati. Ma chi viene dalla città, qui … non dura! Non può farcela a vivere così, troppo vicino a Dio. Sa come si dice?” si rivolse di nuovo a Riccardo “Ad montes ut alta spectentur!” Sa cosa vuole dire? Conosce il latino?”
“ … Sì!” si stupì Riccardo. …  Poteva essere un nuovo squarcio sul suo passato?
“Ecco, allora lei capirà cosa significa. Se non si è abbastanza preparati, se non si crede abbastanza, può essere terribile incontrarsi con le cose che all’uomo non è dato di sapere già su questa terra!”
“ Don Evandro,” si intromise il dottore con prudente delicatezza “ è tra i miei pazienti che godono migliore salute, ed è il più anziano. Non ti offendi, vero don, se dico la tua età? Novantaquattro anni. La sua cultura è vasta come queste catene di monti e la sua mente straordinariamente immaginifica”
“ Sarebbe a dire che sono un vecchio un po’ strambo?” constatò il vecchietto “ Hai ragione, sai, lo sono. Ma è un privilegio della mia età poter essere come mi pare e non è cosa da poco! E poi, se ci arriverete anche voi, vi accorgerete come cambia il punto di vista!!”

***
Dal libro Il naufrago del bosco di Gabriella Tabbò
Ordina questo libro
con dedica autografa dell’autore

40 Commenti

  1. Gent.ma Gabriella,
    ho terminato di leggere il suo libro, del quale mi ha gentilmente omaggiato, e l’ho trovato stupendo, sia per la storia (molto particolare) che per il suo modo di scrivere e catturare il lettore.
    I personaggi sono stati descritti in maniera univoca e con una personalità che sembrava spuntare fuori dalle pagine. Mi sono divertito molto. Lo conserverò tra quelli più affezionati.
    Grazie e cordialità.
    Sabato P.

  2. un libro interessante…

    che colpisce oltre che per il contenuto per il modo in cui traspaiono le “notizie” le sensazioni, le emozioni e ciò che vi sta attorno…

    Spero vivamente di riceverne una copia… così da poterlo legger eper intero

    Sara

  3. Questa avventura coinvolgente porta con se tutta la bellezza della natura e la voglia di abbandonare la durezza della vita quotidiana… proprio come un naufragio da quelli che sono i problemi di oggi!
    Un libro semplice e raffinato allo stesso tempo, complimenti!

  4. Gentile Gabriella,

    Cosa aggiungere al mio commento postato durante la fiera del libro – estate 2011 – ? Solo che è aumentata la voglia di leggere il romanzo per intero 🙂
    è un libro che si “gusta” a 360°, iniziando dalla meravigliosa copertina.
    Spero tanto di riceverlo!
    Un caro saluto,
    M.Grazia P.

  5. Nel rinnovarLe i miei sinceri complimenti per il Suo libro, spero tanto di poterlo leggere per intero!
    Un caro saluto,
    M.Grazia P.

  6. Gentile Gabriella,
    il tuo libro mi ha regalato una sintonia di valori e di esperienze che difficilmente riesco a trovare. Uno stile quasi “cinematografico”, descrittivo sino al punto da immergerti in pieno nella vicenda ricca di emozioni e di speranze per immedesimarsi e rinascere ogni giorno con la stessa forza. Grazie

  7. Gabriella ti faccio doppi complimenti per la copertina in acquerello che mi ha subito colpito ed affascinato, ma anche per il contenuto del tuo romanzo coinvolgente e nello stesso tempo ricco di elementi reali e naturali. Hai affrontato un tema difficile della malattia della memoria purtroppo, diventato diffuso negli anziani che annulla la personalità con una facilità estrema e riconquistare il passato è una lotta impari. Comunque, tu hai saputo far naufragare Riccardo nel bosco in compagnia della natura che lo ha accolto come un suo elemento ed ha cercato almeno di accompagnarlo verso il futuro. Sembra veramente di perderci con Riccardo in quel bosco fantastico che non lo fa più sentire solo. Saluti.

  8. Cara Gabriella,
    ricercare solitudine per rimanere una volta con noi stessi ,lasciando questa turbolenta realtà quotidiana , è sicuramente quanto una persona normale possa augursi di poter realizzare e sperimentare almeno una volta nella vita.
    Una volta realizzata questa esperienza, ecco spuntare nell’animo e quindi nella mente ciò che inconsciamente abbiamo cercato di concretizzare prima,ma invano : la ricerca in solitudine del contatto con la natura,col bosco,con le piante ed il verde,non ultima la ricerca di noi stessi.,nel profondo del nostro animo.
    Noi stessi e la vita,noi stessi e la natura, noi stessi e le piante,noi stessi e le montagne,noi stessi ed i paesaggi .Tutto ciò è quanto mi ha ispirato la lettura del tuo libro, Gabriella, tu ,poetessa delicata,efficace pittrice e accorta scrittrice:una figura di donna spiritualmente profonda,colta e , davvero -dico davvero-completa.
    E’ un romanzo che consiglierò ai miei amici ed amiche per una lettura coinvolgente ed appassionate in ogni dettaglio.
    Grazie per queste emozioni a non finire, Gabriella,e per il tuo stile piacevole e comprensibile a tutti.

    Rosanna L.C.

    • I temi sono interessanti:la perdida della memoria dovuta ad un trauma,che significa perdita d’identità e la natura importante elemento primordiale della vita,spesso bistrattata.Particolareggiata la descrizione del prete che leggendo pare averlo d’avanti.Bello anche l’acquarello in copertina che ho letto essere una sua opera.Complimenti!Mi piacerebbe leggere il libro.
      Un caro saluto
      Alessandra Maltoni

  9. Cara Zia Gabriella,
    siamo le tue nipotine Lucia e Giulia : ti vogliamo dire che la storia del Naufrago del bosco ci è piaciuta moltissimo soprattutto perchè c’è stata raccontata dalla voce della nostra Zia. Grazie !
    Le tue nipotine Lucia e Giulia. Ciao.

    • Carissime Lucia e Giulia, mie adorate nipotine,( e tu, Rosanna , loro impagabile mamma e “sorella” per me),cosa posso rispondervi? La commozione e la gioia che mi date qui (e sempre nella vita) è tanto grande che non trovo parole per esprimerla. E sapete bene, voi mie due stelline, che le parole e la fantasia non mi mancano facilmente. Però questa sera non vi dirò altro . Vi terrò solo strette strette nel mio cuore e mi crogiolerò a mia volta nel vostro giovane, tenero abbraccio. Zia Gabriella (zia Lella)

      • Cara zia, grazie per queste bellissime parole.
        Come hai detto tu saremo sempre nel tuo cuore e questo nn potrà mai cambiare sia nella vita sia nella morte te lo assicuro.
        Un bacio e un abbraccio forte forte
        Lucia

  10. Da questi pochi passi sembra un libro interessante e ricco…. forse tutti noi avremmo bisogno di un esperienza simile per capirci e capire la vita.

  11. Salve, il mio commento, anche se da umile lettore, è molto positivo in quanto la storia del naufrago nel bosco è nuova ma allo stesso tempo chi di noi non ha pensato mai di perdersi tra gli alberi di un bosco per poi ritrovare un’altro se stesso dopo aver vissuto a contatto con la vera e dura natura.
    Complimenti per la storia, che sicuramente sarà affascinante ed avventurosa.
    Sabato P.

  12. Cara Gabriella,
    leggndo i suoi estratti sono andata con il pensiero al libro , edito molti anni fa,
    “E venne chiamata due cuori”, che è diventato un successo internazionale e narrava
    dell’esperienza dll’Autrice a contatto con un gruppo di aborrigeni austrialiani in via
    di estinzione. La donna scopriva l’essenza profonda della vita a contatto con la natura.
    Lei con il suo testo anticonformista, nuovo, originale, riorta alla necessità dell’uomo
    di ricongiungersi con gli elementi naturali, di cogliere in essi il nucleo profondo del
    vivere civile, il vero sè, che i mezzi tecnologici spesso, inesorabilmente, annullano.
    Anche l’incipit relativo all’incontro di Riccardo con il novantaquattrenne è un episodio
    chiave per rendere l’idea della vita che conserva, che rende forti, sani, quasi irreali…
    Il tuo libro è affascinante e didattico. Aiuta a riflettere sulle esistenze ‘liquide’ che
    conduciamo, sulla triste abitudine di consumare sentimenti, rispetto e dignità.
    Il vecchio nel tuo testo rappresenta ‘una sorta di biblioteca che brucia’, come avviene tra
    le tribù africane…
    Trai insegnamento dalle civiltà che riteniamo da civilizzare. E sottolinei l’era dei paradossi…
    Il tuo stile è scorrevole, piano come mare in risacca, moderno, ma attento alle sfumature…
    Mi hai molto colpita! Grazie per gli insegnamenti, per le emozioni, per le verità.

    • Grazie, cara Maria, la tua comprensione del mio testo è molto profonda, malgrado i pochi elementi a disposizione!Ho letto molti anni fa anch’io quel bellissimo libro che citi e non escludo che sia rimasto da qualche parte dentro di me,venendone inconsciatente fuori con tutto l’amore che ho per la natura e la sua meravigliosa “semplicità” , amore che aumenta in me man mano che passano gli anni. Darei veramente tento , davvero, per poter vivere , almeno per un pò come Riccardo… Per fortuna posso almeno sognarlo e … regalarlo a chi lo condivide. Gabriella

  13. “Il Naufrago del bosco” (titolo quanto mai azzeccato), con la sua trama così avvincente e il suo stile scorrevole ci conduce nel bosco, dove ci ritroviamo, stupiti , a contemplare una natura incontaminata e magica.
    Le emozioni arrivano direttamente al cuore, in modo profondo e duraturo.
    Procedendo nella lettura, l’autrice ci sorprende con un’inaspettata storia d’amore .
    I generi si confondono dando vita a nuove interessanti prospettive. Godetevi la presentazione, estremamente coinvolgente, dei personaggi: alcuni sembrano fuori dal mondo e dal tempo nel senso letterale del termine, altri sono meravigliosamente timorosi e romantici, ed altri ancora ci riportano nel mondo delle fate.
    Ma prima di immergervi nella lettura, non dimenticate di soffermarvi a guardare l’ acquerello in copertina…solo così potrete entrare davvero nel bosco e carpirne i segreti.

  14. Accade spesso anche a me di sentirmi naufraga e di cercare una via di uscita! Spero di leggere nelle tue pagine, che ho già gustato e trovato entusiasmanti, il percorso del tuo naufrago fino all’approdo!
    Spero tu voglia farmi dono del tuo libro. Intanto ti ringrazio per l’assaggio!
    Maria

  15. Sono la moglie di Cleto, Gianna mi ha dato il tuo ultimo romanzo da leggere ( Il naufrago del bosco ). Intanto devo dire che la copertina mi piace molto come i tuoi acquarelli che Gianna mi ha regalato e ho in casa. Sto leggendolo e mi appassiona ogni pagina di più. Complimenti per lo stile fluido e ricco di attenzione ai particolari.Affettuosi saluti

  16. Romanzo intrigante. Riccardo, forse saturo di tecnologia avanzata,burocrazia opprimente, falsi rapporti umani è stato “salvato”dalla perdita della memoria ed ha intrapreso un cammino a ritroso,immergendosi nella natura;in seguito agganciandosi alla manina del piccolo prete,chissà quant’altre…mete potrà ancora raggiungere! E’ da scoprire! Il tutto espresso con lo stupore estasiato di chi ama la natura e sa coglierne non solo i colori (vedi acquerello) e gli odori,ma anche gli intimi movimenti.L’agile semplicità dei colloqui,poi,è frutto di acuta osservazione di chi ci sta intorno e di abile incisiva espressione.

  17. Quando ho letto l’ultima fatica letteraria di Gabriella Tabbò ho subito pensato che di volta in volta migliora sè stessa. Il suo ultimo romanzo è un piccolo capolavoro, con i personaggi così ben descritti, come i loro pensieri. Bisogna ammettere che il protagonista smemorato ha molta fortuna, riuscendo a sopravvivere, nelle sue condizioni, tutto quel tempo, isolato.
    Dopo la lettura mi sono affrettato a comprarne un’altra copia, per regalarla, e mi compiaccio del gradimento dimostratomi.
    Brava Gabriella, continua così.

  18. Il brutto dei romanzi molto belli è che si divorano, per non interrompere il fluido particolare che si instaura fra il lettore ed i personaggi attori della vicenda. Poi, bisogna rileggerli per poterne assaporare i dettagli;…e di dettagli ben descritti “Il naufrago del bosco” è pieno; essi sono descritti mirabilmente, come soltanto chi è anche pittrice può saper fare. Peccato che Manzoni non sapesse dipingere!
    Ancora complimenti

  19. La ringrazio per la sua risposta.
    Vorrei però precisarLe che non è la Redazione che spedisce i libri ma sono gli autori stessi che donano le copie omaggio e le spediscono ai lettori interessati, così come c’è scritto sul sito Manuale di Mari. La Redazione ha solo il nostro permesso di communicarVi i nostri indirizzi postali, sono poi gli autori stessi a spedire materialmente il libro.
    Spero che potrà spedirmene una copia.
    La saluto cordialmente.

    Stefania C.

    • Grazie Stefania,

      puntuale osservazione da parte di una affezionata lettrice dei libri della Fiera del Libro per l’Estate. Perfetto Stefania! Tuttavia, anche se non è previsto, lasciamo ai lettori la possibilità di manifestare le loro preferenze alla Redazione che, compatibilmente con le copie disponibili, ne terrà conto nella scelta dei libri omaggio.

  20. Gentile Maria Grazia, sono veramente felice che, da poche pagine, lei abbia già potuto intuire tanto del mio libro! MI fa piacere anche il suo entusiasmo per l’acquerello di copertina: la pittura èl’altro mio grande amore , insieme alla poesia. Infatti, anche se qui non compaiono, sono inserite nel romanzo alcune poesie con un artificio letterario, che le lascio scoprire se vorrà leggere il mio libro.
    Penso che debba chiederlo alla Redazione, indicando il suo indirizzo di posta. Grazie ancora. Gabriella.

    • Perfetto!
      Penso che la Redazione sceglierà a chi mandare i libri, in ogni caso, hanno già in archivio tutti i miei dati!
      quindi, teniamo incrociate le dita!

      n.b. sarei lieta anche di leggere le Sue poesie

  21. Mi ha colpito il disegno di copertina.
    Complimenti vivissimi, è stupenda!!! adoro l’acquerello, e ancora di più la natura.

    trovo il primo brano semplicemente delizioso. l’ho riletto più volte e mi ha veramente coinvolto.
    mi soffermo su questa emozione troppo bella , leggerò in seguito l’altro brano, per ora desidero rimanere con la sensazione di libertà che ho ricevuto.
    grazie
    lara

    • La libertà è esattamente il sentimento più forte che io provo ain presenta della natura. Per questo, e per altri mille motivi l’amo tanto e ho voluto scrivere un libro che l’avesse come co-protagonista Grazie!

  22. E’ possibile il naufragio in un bosco ? Si, alla deriva fra le foglie verderame e a bordo di una navicella d’ angoscia. Gabriella Tabbo’ conduce il lettore ai misteri della vita nella simbologia della natura. E un affascinante acquerello, in copertina, riconcilia con la bellezza del creato.
    In fondo Riccardo, persa la memoria, trova il senso dell’ essere. Mirabile scoperta degli smemorati dai pregiudizi.

    Gaetano

    • Gentile Gaetano, ha centrato in pieno il nucleo del racconto e grazie per la sensibilità dimostrata nell’apprezzare anche la copertina. Gabriella.

  23. Gentile Gabriella,
    la prima cosa che ha attirato la mia curiosità è stata la copertina del suo libro, colorata, calda, proprio un bel luogo dove passeggiare!!! Poi da quel poco che ho potuto leggere la storia di Riccardo mi ha incuriosito, chissà perchè si trova in quel posto così sperduto e sopratutto viene naturale pensare chi sarà e quale sarà il destino di quest’uomo senza memoria? Poi questo prete così anziano e che conosce così tante cose, che ruolo avrà, sarà importante per far recuperare la memoria a Riccardo?
    Insomma un bel rompicapo, che spero vivamente di poter leggere.
    Saluti Natalia

    • Gentile Natalia, la ringrazio molto dell’apprezzamento. Potrà saperne di più su Riccardo e ricevere il libro, scrivendo alla Redazione col suo indirizzo postale.

  24. Si tratta di un libro di assai gradevole lettura: i personaggi dalle caratteristiche psicologiche ben delineate si muovono in un susseguirsi di vicende che tengono vivi la curiosita’ e l’interasse del lettore; l’ambiente naturale in cui ,spesso, gli avvenimenti si svolgono è descritto con tocchi attenti , vivi e nitidi :si può dire che anche la Natura é tra i protagonisti del romanzo

  25. L’uomo è fatto per la natura e la natura per l’uomo! Tutti amiamo la natura. Pertanto ognuno di noi dovrebbe leggere questo racconto di Gabriella Tabbò, scrittrice che trasmette dal profondo del cuore i suoi sentimenti, sentimenti che tutti abbiamo ma che se ne stanno così bene nascosti, sopraffatti dalla quotidianità, tanto da scoprirli solo quando ne sentiamo parlare. E’ una fortuna davvero che ci siano persone (e nel notro caso la Tabbò) che ti portino a vedere e sentire ciò che c’è ma che purtroppo ci sfugge. Grazie cara Gabriella. Sono sicura che farò un gran piacere a quelle mie amiche e amici ai quali segnalerò l’essenza del tuo racconto. Auguri e felicitazioni.
    Marisa

  26. Salve!
    Prima di tutto complimenti, sia per il libro che risulta davvero avvincente e misterioso, sia per la bellissima copertina naif! Immagino sia Lei l’autrice della copertina, vero? Bellisismo acquerello.

    Da quel poco che ho potuto leggere ci sono tutti gli estremi per un buon libro. C’è mistero, pathos e fascino per questa figura di “naufrago” e spero vivamente di poterlo leggere e di saperne di più e di poter ricevere il libro.
    Grazie!

    Stefania C.

    • Grazie, gentile Stefania, per il suo apprezzamento.Sì, la copertine èopera mia e ricorda un casolare della mia infanzia. Se vorrà ricevere il libro, potrà scrivere alla Redazione. Gabriella.

  27. Gentile Gabriella,
    prima di tutto, Le faccio i complimenti per la scelta della copertina: un’acquerello semplicemente suggestivo; siamo in Italia, ma lo stile è quello tipico del cottage della campagna inglese.
    Inoltre, da appassionata giardiniera, non posso che apprezzare il “sottofondo naturale” del Suo romanzo. Se a ciò, aggiungiamo anche il Mistero, abbiamo ottenuto la ricetta per una storia entusiasmante.
    Riccardo, pur nella prova, deve affrontare questa “cosa” ed uscirne indenne.
    Nello strano e casuale gioco di coincidenze e convergenze dell’esistenza che hanno portato l’uomo nella condizione di naufrago, egli all’inizio è disorientato, ma la memoria tornerà: e quel momento dovrà arrivare con i suoi tempi.
    Nel mentre, ogni cosa è un rompicapo: il protagonista ha una mente che sembra uno svincolo stradale a quadrifoglio; gira in varie direzioni, cerca qualche appiglio, fa congetture e poi, per qualche strano tipo di rifiuto della dimensione, ripiomba vertiginosamente al punto centrale: sono in fuga, sono in fuga…
    Spero tanto di poter leggere per intero il romanzo!

    Tanti complimenti e un saluto,
    Maria Grazia P.

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