Innamorarsi smarriti nei boschi,
loro narrano e canora mormorano
del paradiso un’indistinta parola,
sparsi i rimorsi tra i rami e i marosi
marmorei che la giovinezza infuria
e a noi ritorna in tempo a nuove nozze
con ornarsi di sbocci e grazia e vezzi.
Son parola e labbra da fuoco e coscienza.
Parola che ansima, si apre, si plasma,
sui profumi, sui colori, sui suoni,
che danzano e ci trasportano sul fiume
alla foce dell’anima e dei sensi
e al principio ove nudi spiegheremo
le carezze e il tempo che entrambi nutrì.
Nudi di intensi cieli le carezze
nei nidi della Dea nutrice e cenere,
respiriamo nel palmo di uno sguardo
rive radiose, mattini, tramonti,
quando i tuoi seni candidi mi scaldano.
Qui l’Infinito, attoniti, ci scruta
e intitola parola allo stupore.
Parola di muta bellezza e sonora.
Parola intuita, intuita bellezza.
Semplicemente superba!
Una parola sussurrata in silenzio, che con la leggerezza del vento, attraversa l’universo…
Incantevole, come sempre. Mancava leggerti.