Manifesto di un piccolo poeta

(con temerari ed indegni riferimenti/citazioni di Leopardi,
 Rilke, Luzi, Montale, Rimbaud, Baudelaire, Caproni, Ungaretti).

Tu ignori il mio fastidio
per quei versi autistici
che assurdi nulla muovono
fuori da un vuoto suono.
Lo chiamano metalinguaggio.
Sperimentale distorsione.
Per me sono metraggi e spazzatura.

Ma forse intendi il mio viver terreno,
qual mi concede un condiviso abisso
su cui di tanto in tanto
posa lo sguardo il cielo,
qui dove alberga il dicibile tempo.

Seppur addentro all’umano sfacelo,
in questa fossa di fango e di polvere,
anche a noi tocca, poveri mortali,
la nostra parte di bellezza.

Ora che a stento saetta stretta ed entra
una traccia di luce,
che lassù sento raggiar trasparente,
per me tra i ciottoli stilla il colore
e le borrane mostrano splendore
e i ranuncoli d’oro
rendon grazie alla luce.

Un angelo sarà, forse invisibile,
a inebriarmi di sole
ed io vado cantando
e giocando col vento.

Allora a sera accendo una candela,
apro una bianca vela sui pensieri,
e nel silenzio scrivo
il mio pianto, il mio riso,
il mio fiume fatale, la mia musica.

Dopo a te mi consegno,
che sei dono di Dio.

© francesco ballero – gennaio 2007

3 Commenti

  1. Accidenti mentre leggo i tuoi versi vedo tante stelle e volo soavemente ,il mio cuore è leggero sereno ;forse ql angelo ha deciso di inebriare anche chi legge.Versi elaborati con divina musicalità . Grazie di qst dono Ambra una donna qualunque.

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