Disincanto

Amara già sfiorisce la fragranza
delle rive assolate,
il mare sospeso alla magra luce.

Ora la pioggia ci piega all’autunno,
un tintinnio di gocce
su concentrici intrecci rintoccano
e gli occhi indugiano in fiochi orizzonti
sbigottiti ad un broncio di nubi.

Distinguo sulla spiaggia spopolata
dall’ebbra estate l’eco del furore,
squarci di reti, remi abbandonati.

Mi conduce lo strepito
di uno svuotarsi avvilito del cuore.
Poi ancora impaziente si agita il vento.

Sogno di te, di un ignoto destino
giocato nel nodo di un’onda,
noi travolti per caso
o forse per forza.
settembre 2008

Immagine: Barche di pescatori sulla spiaggia di Saint-Maries-de-la-mer (1888) di Vincent van Gogh

4 Commenti

  1. bellissimi quegli orizzonti “sbigottiti da un broncio di nubi”. Le tue immagini metaforiche son davvero affascinanti!
    Mi piace il modo particolare in cui intrecci tra loro le parole in questa poesia. Il modo in cui hai costruito le frasi rispecchia profondamente l’ansia, la malinconia e il subbuglio dell’anima, provocati dalla tristezza del mare d’autunno e da un’amore che travolge “per caso o per forza”.
    La tua poesia mi piace moltissimo.
    Questa sì che è poesia!!

    Marghy

  2. L’animo del poeta e le forze della natura strettamente avvinti nello stesso destino, nello stesso sentimento, in un testo di particolare raffinatezza ed espressività linguistica.

    Andrea Masotti

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