Voglio sottrarre i nostri occhi alla notte
fiaba abusata da luci artefatte
in questi giorni reclusi e confusi
dagli idoli mendaci di un reciso
pensiero spento da illusori influssi
che perseguono un falso paradiso.
Voglio condurti a silenziose sponde
nei templi non comprati dal frastuono,
dilagante onda che tutto confonde.
In un segreto canto dell’impero
berremo il vino, il pane spezzeremo,
spogliati sulla paglia giaceremo.
Nella veglia notturna i nostri scrigni,
consacrati al brillare d’una stella,
saranno vuoti e noi ci stupiremo
di tanto inerme e limpida scintilla.
Lievi indifesi, senza alcun timore,
al nascente sole noi ci scalderemo.
francesco ballero – dicembre 2005


