Sogno onirico

Dolce Poeta che attingi ai tuoi sogni,
li spandi col tuo canto.
Diffondi i tuoi miraggi con parole.
Distendi i corpi, spalmi gli abbracci.
Occhi negli occhi, con immenso ardore.
Senza inganno dei sensi.
Estensione onirica,  imprudenza d’amore..
sei tu, e rappresenti il  tutto.
Cosa farai se m’impossesso ancora del tuo sogno?
Sarai con me un dolce Lisandro?
Mi seguirai nel bosco, fuggirai?
Vorrai ancora accettarmi ?
O sarò solo accenno primordiale,
memoria del peccato originale?
Ricordo che riaffiora?
Cosa sarò quando l’alba riappare?
Tornerò spuma o tornerò a volare?
Voglio ancora insinuarmi nelle tue parole,
infuse da delirio onirico, ancestrale.
Da tempi cosmici!
Ritorno al remoto, sia quel che sia,
progenio, sussurro, non ho più paura.
Voglio restare nella fantasmagoria più scura
pur di riaverti.
Per sentirmi pura.

6 Commenti

  1. L’arte ha proprio questo compito, di cogliere l’essenza di un’emozione, di un sentimento, e, ciò facendo, di nobilitare, di spogliare da un contingente che può banalizzare ciò che si muove nel nostro animo e al “volgo” può apparire, nel migliore dei casi, solo ovvio, scontato.

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