Burrasche e Brezze di Ester Cecere

Evasione –

Lucertola sarei
per scivolare svelta
fra le maglie della vita
e negli ombrosi anfratti
ripararmi.
E da lì spiare
lo scorrere del tempo
e l’affannarsi delle cose
e quando più caldo è il sole
uscire sulla rovente sabbia.

***

In chiesa

Arido l’asfalto
le energie risucchia.
Vago e attonito si perde
nell’aria calda lo sguardo.
Grigia s’alza la chiesa,
ultimo miraggio
ad occhi troppo stanchi.
Nella sfumata penombra
possente s’erge il dolore.
Perché non parli, Signore?
O forse son io
che più non t’ascolto?

***

Ninnananna

Tra le tue braccia
mi addormenterei
dal tuo respiro cullata
e stordita dal profumo di te
che giunge sino al cuore.
Mi sveglierebbe
il tuo fiato tra i capelli
come brezza mattutina
che appena increspa
il sonnolento mare di cristallo.

***

Farsa

Distruggete spettri
il palcoscenico,
quel che esiste
oltre la scena
mostrate.
Di purissima fiamma
ardete
un’illusione,
gli attori e le attrici
che la recitarono.
Nell’urna
le ceneri ponete,
a testimonianza di un errore
che non si ripeterà.

***

La lampara

Anche quest’altra fune s’è spezzata
e sono nell’antico mare.
La sola luce di questa lampara
le nere acque rischiara
e con essa troverò forse la sponda.

***

Il mendicante

Come questuante bisognoso
mendico amore
ai lati di una vita
frenetica e vorace.
Ma la mano,
se incerta si tende,
spesso prende senza dare.

***
Dal libro Burrasche e Brezze di Ester Cecere
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(Prezzo: € 11,50 più spese di spedizione)

15 Commenti

  1. Ho letto le poesie dell’anteprima. Oltre che espressione di un interiore particolare momento di appetito spirituale, ne ho condiviso gli aspetti di vuoto sentito da una esperienza di vita che, similarmente, accomuna uomini e donne nella ricerca dell’amato, in senso lato. E’ evidente l’espressione trascritta di sensazioni che passerebbero inascoltate se non le avessi espresse con la medesima brevità della sorgente , lasciando al lettore l’interpretazione talvolta metaforica. Mi piace molto!. Ma, più che piacere ne trovo un contenuto condivisibile, quasi universale.
    Vito

  2. Ho conosciuto l’autrice alla finale di un concorso, ricordo mi sono arrabbiata molto, perchè la sua poesia meritava il primo posto e in quell’occasione non è stato così. Allora le ho chiesto di quale raccolta facesse parte, ero curiosa di leggere altro di lei. Finalmente è arrivato il libro “Burrasche e brezze”. Ma come si fa a essere razionali a commentare, quando le poesie lette si attaccano sulla pelle come se fossero tue?
    Questa è l’impressione che ho avuto leggendole, non tutte, perchè ho una strana abitudine. Alla sera, prima di andare a letto, apro il libro a caso, ed è esattamente quella che volevo leggere. Ne voglio segnalare una: “Fotografia”, è l’amore più grande che anche in lontananza si scolpisce nell’anima, credo a caratteri di fuoco.
    Grazie Ester per quello che riesci a trasmettere
    Rita

    • Carissima Rita,
      non posso che ringraziarti per le tue parole ricche di apprezzamento e di affetto. Posso usare questo termine anche se personalmente ci siamo incontrate solo una volta?
      Come ho gia avuto modo di dire, ho pubblicato quasta silloge per la voglia di condividere, di comunicare, di trasmettere le mie emozioni. Sentire che nelle mie poesie, il lettore si riconosce, ritrova parte del proprio vissuto, delle sue sensazioni; capire che sono riuscita a dare voce anche alle sue emozioni è per me il “premio” più bello, quello a cui ambivo veramente, quando poco più di un anno fa, quasi facendomi violenza, ho deciso di “pubblicare tutta la mia vita”!
      Grazie di cuore. Ti saluto con affetto
      Ester

  3. Il tempo è perfido, Ti conduce nelle strettoie della vita, attraverso la via crucis delle passioni, delle illusioni. degli inganni. Ester si sveglia dalle bollicine che l’avevano inebriata in un sogno d’amore e si scopre sola con tutte le ristrettezze che la solitudine può dare. Ma è caparbia, sa essere lucertola per ritrovare un poì di calore…sa essere mendicante ed osa chiedere…sa interrogare ilo mare…forse vorrebbe unirsi a lui, ma la luce di una lampara la guida verso il rigore dell’esistenza. Ester ora sa che la vita è una curva comunque da percorrere…

    • Caro Giancarlo,
      grazie per la tua attenzione e per le tue parole. Con estrema sintesi hai colto tutto il senso della silloge, che è, poi, il senso della vita, dalle cui vicende sono state ispirate le diverse liriche. Effettivamente, quello della vita è un cammino impervio ma va comunque affrontato (anche se talvolta la tentazione di gettare la spugna è davvero forte!) con la consapevolezza di non essere soli. Per me, la poesia è anche questo: sentire e far sentire che non si è soli.
      Cari saluti
      Ester

  4. ‘Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque’. Genesi del vivere dunque, alveo amniotico nell’essenza del mare e del suo respiro. Pensando al Diluvio, Afrodite, Ulisse, sirene, abissi, seduzioni, silenzi, gemiti e misteri, con tutte le attinenze, onda su onda il tuo canto giunge al mio dannunziano, selvaggio Adriatico, e si fa eco di altre burrasche e di altre brezze, in una condivisione di poesia e sentimenti. Un flusso di pensieri, i tuoi bei versi, mossi da antinomie che scivolano svelte fra le maglie della vita, senza mai perdere quell’istinto d’infinito che restituisce senso all’’uscire sulla rovente sabbia’ ‘quando più caldo è il sole’ o ‘negli ombrosi anfratti’ ripararsi. ‘E da lì spiare lo scorrere del tempo e l’affannarsi delle cose’. Complimenti vivissimi, cara Ester, per queste tue liriche così evocative e, soprattutto, perché le tue tempeste non travolgono. Anche se la barca naviga controvento in mari antichi e minacciosi, la sola luce di una ‘lampara’ può rischiarare le nere acque e delineare un orizzonte che possa far ritrovare, forse, la sponda.

    • Cara Daniela,
      grazie per le bellissime e sentite parole, cariche di significato. Effettivamente, per me, il mare ha qualcosa del liquido amniotico; lo pensavo proprio qualche giorno fa; è un richiamo ancestrale, prenatale! Ma del resto che tra me e te ci sia sintonia, ce lo siamo già dette. Per dire una banalità (molto poco poetica!), la vita non è certamente facile per nessuno. Ma guai se non ci fossero le “maglie della vita” e “gli ombrosi anfratti” che ci permettono di riprendere fiato o una “lampara” a indicarci la strada negli attimi di confusione, smarrimento e angoscia! Anche se questi momenti sono rappresentati dalla scrittura di “semplici versi”.
      Grazie ancora

  5. Ester, come succede a molti, con sensibilità di raso,
    argini le burrasche e ti lasci accarezzare dalle brezze.
    “La lampara” e “Ninnanana” ne sono testimonianze vivide.
    S’ergono alte le creste dell’umana incomprennsione nei
    sentimenti stereotipati verso il mendicante…
    Si dondola in risacca nella melodia della ninnananna, che
    ha toni sommessi, dolcissimi, struggenti.
    Un libro di antitesi, di antinomie e , inevitabilmente, di ricerc
    di armonia, perchè nella vita, a dispetto dell’apparenza,
    si tende al bene anche quando si è risucchiati dal male.
    Sei padrona del linguaggio lirico, ricca di timbro e di colore e
    dipingi atmosfere magiche! Brava!

    • Carissima Maria,
      prima di tutto grazie per le splendide parole di apprezzamento che, provenendo da una persona con il tuo curriculum, assumono per me, neofita, un significato notevole. E’ evidente che esse derivano da una lettura attenta che non si sofferma solo sullo stile e le immagini ma indaga l’animo dell’autore. Il mio animo, che hai, evidentemente, ben compreso.
      La silloge, da cui sono tratti i componimento che hai letto, ha avuto una gestazione lunghissima, circa venti anni! Con l’età, infatti, è maturata la convinzione che la poesia può essere condivisione e comunicazione. Da qui l’idea di pubblicare tutti i componimenti, anche quelli giovanili.
      Come hai giustamente sottolineato, tutta la vita è piena di antitesi. Nello stesso momento in cui un qualunque essere nasce, rischia di morire! E’ la biologa che parla ora! E l’uomo, inevitabilmente, o per semplice istinto di sopravvivenza o perchè avverte l’infinito dentro di sè, tende, anche inconsapevolmente, al bene o al Bene, che sono i soli che possono dare un senso al suo tribolare e al suo soffrire. Questa è la mia personale esperienza.
      Se sono riuscita a comunicare questo messaggio, a suscitare qualche suggestione, qualche riflessione, a fare emozionare, sono contentissima. E’ quello che speravo!
      Ti ringrazio ancora per le implicazioni delle tue parole fungendo esse per me da incoraggiamento e da sprone.
      Ester

      • Conosco la tua città, mia nonna era di Taranto e il mio nonno di Monteiasi. Dalla lontana Milano, ancora ragazzina, venni per conoscere i bisnonni, cugini e tutta la parentela. Sai perchè te ne ho parlato? Perchè sono fiera che una donna, un’autrice così brava, con l’animo che si lascia esplorare in profondità, fiduciosa e schietta, sia della mia terra d’origine che conosco così poco ma di cui son sempre andata fiera. Grazie per la tua ricca scrittura che ci comunica con semplicità l’afflato di un cuore amoroso. Ti abbraccio, Dorella

      • Cara Dorella,
        grazie per avermi comunicato qualcosa di tanto personale e per le belle parole ricche di affetto per me e per una città che, non conosci, ma evidentemente ami, forse di un amore riflesso che ti è stato in qualche modo trasmesso! E’ bella Taranto, anche se molto “maltrattata”!
        Si, hai detto bene; nonostante i numerosi “deserti”, il mio è ancora un cuore amoroso!
        Ti invito a tornare nella “nostra” Taranto e…avvisami quando lo farai, così potremo avere il piacere di incontrarci. Puoi contattarmi su facebook.
        Grazie ancora e…a presto!
        Ester

      • Ester, amica mia,
        parafrasando Leopardi, ‘naufragar m’è stato dolce nel tuo mare’!
        Ho recepito il canto ipnotico delle tue liriche, che ispirandosi al mare, al suo
        essere perennemente in fieri, abbraccia tutte le dimensioni del nostro vivere…
        Sei risacca, nello stupore e nell’incanto:”Come mare e sabbia, / viverla avremmo
        potuto /pane e baci, /scambiandoci”, , tratti da “Rimpianto”, dove in intensa brevità
        espressiva coniughi il quotidiano e l’amore… a Roma direbbe il Belli , ‘il meticcio
        e l’aulico’…
        Resti in risacca, creatura delle emozioni intense e tenere in “Buonanotte, tesoro”,
        in “Tempo di tacere” e in molteplici altre liriche dense di sentimenti universali, resi
        detriti cullati dallo sciabordio dell’onda, dal tuo poetare, che trascina e avvolge.
        Ho saltato sulle creste, gioiosa e ardita, commossa e impaurita, madre, amica, sposa,
        fanciulla, bimba… grazie al tuo essere pura voragine…
        Mi hai davvero lasciata senza fiato… Non definirti mai più ‘neofita’, ti prego…
        Mi fai sentire in serio imbarazzo.
        Sei una vera immensa artista!

      • Carissima Maria,
        le tue parole mi hanno emozionato e reso immensamente felice. Il tuo commento erudito, professionale, come sempre, eppure sentito, caldo e partecipato mi ha consentito di capire che, con la mia (tardiva, come ho detto altre volte) silloge, sono riuscita a comunicare le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che le vicende di un’intera vita (da quando ero quindicenne sino a 2-3 anni fa) hanno suscitato in me. Se ti sei riconosciuta “madre, amica, sposa, fanciulla, bimba” ho raggiunto il mio obiettivo. Sono fermamente convinta, infatti, che la poesia sia l’universalizzazione di un sentimento, di un’emozione che possa essere provata così come io l’ho provata, da una qualunque persona in una qualunque parte del mondo, indipendentemente, quindi, dal tempo e dallo spazio, dal credo religioso, ecc. Secondo me, gli uomini, nel loro intimo, gioiscono e soffrono tutti nello stesso modo; è la manifestazione della gioia e del dolore che cambia e che può essere influenzata dalle convenzioni sociali. Il desiderio di comunicare le mie emozioni di desolazione, disperazione ma anche di stupore, serenità, abbandono nella fede mi hanno spinto a pubblicare affinchè il lettore potesse riconoscersi e trovare conforto nella condivisione di quella che è poi l’avventura della vita che siamo, volenti o nolenti, chiamati ad affrontare.
        Il mare, effettivamente, per la sua natura “mutevole” consente di esprimere una gamma infinita di sensazione e poi… per me il mare è un essere vivente. Quando penso al mare, come ne “Il vecchio e il mare” io penso ad un innamorato.
        Grazie ancora, cara amica, per le tue parole e perdona questa lunga replica; purtroppo, la lontananza non ci consente una “bella chiacchierata” come io desidererei tanto.

  6. Brezze e burrasche costituiscono il mare. E il mare e’ la vita in filigrana.
    Ester Cecere ben nuota tra le onde. E il moto invade l’ anima dell’ uomo.
    Metafora e visione vanno a braccetto. Del resto e’ dal pensiero che si vara un’ azione.
    Le sue liriche – pervase di sentimento – inducono a sedersi sulla spiaggia del cuore e a leggere il nostro (interiore) libro della vita.

    Gaetano

    • Caro Gaetano,
      grazie delle sentite parole. In effetti, la pubblicazione, tardiva, di questo libro di poesie è dovuta al desiderio di condivisione delle burrasche e delle brezze della vita di ognuno di noi; esso vuole anche essere un modesto invito a non dimenticare “di ascoltare” la voce del mare che è dentro di noi per non diventare il freddo ingranaggio in cui la vita di oggi tende a trasformarci. Bellissima l’immagine della “spiaggia del cuore”!
      Ester

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