Laila e la sua moto

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    Laila e la sua moto

    Da un cavallo d’acciaio rombante
    Con imperitura movenza domante
    Un miraggio sinuoso fluttuante

    D’abbrivio palpitante convulso
    Da strano anelito inconscio
    Un mentale applauso avulso

    Un sognante miraggio m’appare
    Profondo lo sguardo, come il mare
    Acanino, limpido dove è bello tuffare

    Dall’elmo, fiocchi di grano spumeggianti
    Dalla veletta lampi d’afrodite saettanti
    Nel terzo millennio saranno dominanti

    Acclive il sentiero per la conoscenza
    Che all’aggina porta, senza speranza
    D’acufene preso, per la mia incoscienza

    Di profumo elice, di fragrante stagione
    Da cotanta grazia, rischio la fusione
    Era un miraggio? Ho perso io la ragione?

    Edo e le storie Appese

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