Echi di riti e miti di Daniela Quieti

IL  POETA E IL POZZO

Mi trovo, casualmente, in piazza Garibaldi, a Pescara. Senza nessuna ragione apparente, i miei passi mi conducono davanti alla casa natale del Vate, museo nazionale che conserva arredi, mobili d’epoca e oggetti dello scrittore e magico angolo di raccoglimento al centro della città vecchia, racchiuso tra corso Manthoné e via delle Caserme, le vie dell’antica fortezza, dove si respira ancora quell’atmosfera tipica delle classiche dimore borghesi dell’ottocento.
Poi, un’altra tappa del mio peregrinare in luoghi vetusti: la cattedrale di San Cetteo, dove riposa la madre del poeta, Luisa De Benedictis, in un monumento funebre opera del prestigioso scultore Arrigo Minerbi, artista prediletto di Gabriele D’Annunzio che, nella circostanza, donò all’abate della chiesa una tela di Giovan Francesco Barbieri, più noto con il nome di Guercino, raffigurante San Francesco orante nella grotta della Verna.  Nel chiostro interno della casa ammiro il pozzo della famiglia, con la sua forma cilindrica e con la sua grata di ferro sormontata dal sostegno della carrucola.
Il pozzo che, ai vecchi tempi, era il centro delle attività domestiche, perché assicurava l’acqua, elemento essenziale per la vita di tutta la comunità.
E che vedeva intorno a esso, a Pasqua, donne affaccendate sotto il sole della primavera per rendere scintillante il rame di cucina con la sabbia grigia del fiume.
O, a Ferragosto, vedeva calare nel suo fresco rifugio gustosi cocomeri.
E, in autunno, era la volta della conserva e della vendemmia, poi, in inverno, assisteva all’uccisione del maiale. Certo, anche il poeta, bambino, avrà osservato e tratto ispirazione da queste scene.
Il vecchio pozzo è ancora lì, custode di ricordi in una pace da museo, in un cortile deserto pur se tra l’eco dei rumori esterni.
Forse, in qualche notte di luna, lo spirito del cantore ritorna ad aleggiare, tra rose rampicanti, lillà e gelsomini, in compagnia dei suoi tormenti, delle sue glorie e del suo motto “per non dormire”.

***
Dal libro Echi di riti e miti di Daniela Quieti – Ibiskos Ulivieri, 2010 – Collana “Agave” pp. 78
Ordina questo libro con dedica autografa dell’autrice (Prezzo: € 12,00)

56 Commenti

  1. E’ bello, di tanto in tanto, fermarsi per riprendere fiato dalle fatiche sempre più pressanti della quotidianità rumorosa, frenetica, sconclusionata, a volte lacerante dei nostri tempi. E’ bello e non c’è niente di meglio che lasciarsi andare sull’onda dei ricordi ad una realtà che rimane in un angolo remoto del nostro cuore come un tesoro inestimabile cui attingere nei momenti di stanchezza e sconforto.
    Il tuo brano, Daniela, preannuncia pagine di grande ristoro e conforto. Brava.
    Mery Carol

  2. Un omaggio a terra d’Abruzzo e al suo celebre cittadino, scorrevole lettura con descrizioni dettagliate e partcolari poco conosciuti. Si annuncia come un libro coinvolgente e interessante. Vien voglia di leggerlo tutto d’un fiato e poi recarsi a visitare luoghi descritti nel racconto,

    • Gentilissima Patrizia,
      grazie, grazie di cuore per l’attenzione e per le così belle parole dedicate ai riti e ai miti della mia terra d’Abruzzo: è una gioia grande condividerne le suggestioni.
      Un caloroso saluto

      Daniela Quieti

      • Non è frequente leggere pagine che parlano della sua terra, così calda e oserei dire meno conosciuta di altre. Solitamente si trova abbondante lettura di altre regioni, la Sicilia per esempio, perciò ho molto gradito questo omaggio alla sua regione, una delle più belle e complete dìItalia, tra terra e mare.
        e lei le ha donato un tocco di poesia e di amore. …perciò complimenti.

  3. Complimenti vivissimi per ‘Le Giornate Dannunziane’ e ancora di più perché indossi sempre la ‘cannatora’ , l’antica collana tipica del nostro Abruzzo!

    • Carissimo Paolo, ti sono davvero grata per la dannunziana condivisione e per l’attenzione ai dettagli. Per i lettori, la “cannatora” abruzzese, tipica soprattutto della zona di Pescocostanzo, era il tradizionale monile nuziale realizzato con piccole sfere vuote, leggermente ovali e lavorate a sbalzo, che la consuetudine voleva fosse donato dalla suocera alla sposa la quale, ricevendolo, diveniva garante della continuità della stirpe. Si ispira alle collane fatte con acini di uva spina con cui le bambine del tempo amavano adornarsi per gioco. Un caloroso saluto.

  4. Carissima Daniela, é stato meraviglioso incontrarci domenica a San Giorgio a Cremano! E abbracciarci come altre volte é successo da vincitori! Ancora complimenti, vedo che stai andando alla grande e che i tuoi libri vanno a ruba! Non vedo l’ora di leggerli, cara amica, e di poter avere il tuo giudizio sul mio ultimo lavoro, Graffio d’Alba, al quale tengo moltissimo. Auguri infiniti per le imminenti Feste Natalizie e che il nuovo Anno ci porti ancora tante soddisfazioni, un grande abbraccio Lenio Vallati.

  5. Ciao carissima Daniela, che piacere ritrovarti e rileggerti! Complimenti per i tuoi meritatissimi successi, cara amica! Quest’ anno non ci incontreremo a Firenze anche perché sabato presento il mio primo romanzo, Graffio d’Alba, che si trova tra I Libri sotto l’Albero. Spero di riincontrarti presto, intanto sono rimasto affascinato da questo tuo nuovo libro che mi piacerebe tanto poter leggere. Un grande abbraccio e ancora auguri di nuovi successi e soddisfazioni!

    • Grazie infinite per le belle parole che mi rivolgi, caro Lenio, e auguri vivissimi per la presentazione del tuo primo romanzo che già si annuncia un successo! Motivi di famiglia mi impediscono di intervenire domani alla premiazione del Firenze Capitale d’Europa, ma spero di poter condividere con te ulteriori gratificanti momenti. Ricambio l’abbraccio con affetto.

  6. Ho apprezzato molto l’opera anche in chiave di una rivalorizzazione delle tradizioni regionali. In questo senso, oltre che per gli echi di memorie, persegue una valida azione culturale di meritato successo. Complimenti vivissimi.

  7. Ho letto e riletto con piacere questo libro che ho scelto per l’argomento trattato.
    Il titolo:”Echi di riti e miti”, mi ha trasportato nel passato dov’è mia abitudine talvolta rifugiarmi in modo assolutamente fantastico per recuperare l’identità delle mie origini.
    Mi ha colpito la leggerezza della forma e ho intravisto la voce poetica che ho avuto modo di conoscere nella lettura dei Suoi versi.
    Ho apprezzato la prefazione di Romano Battaglia che ha introdotto con un abile comparazione tra
    il passato e il presente; all’oggi, all’istante, viviamo falsi … “Miti”.
    E’ vero, quando s’inizia a leggere nel racconto proposto al ogni capitolo del libro, la storia de i riti e dei miti, di una tradizione popolare che oramai disconosciamo nelle città di oggi sempre più caotiche e impersonali, nella solitudine di anime sempre più povere spiritualmente, viene una sorta di ripensamento e viene voglia di ritornare alla realtà del mondo pastorizio, alla vita dei campi o alla vita semplice di un villaggio di pescatori. (Confesso che l’estate scorsa nella mia terra di Sicilia dopo aver visitato un piccolo paese di pescatori – Marzamemi – ho provato la tentazione di abbandonare la vita di ogni giorno per la serenità di quella vita semplice…).
    Ritrovare tra le pagine di questo libro, le sagre più belle e importanti del nostro paese aiuta a recuperare i valori più importanti di una società civile.
    Ad un certo punto si parla della tradizione dell’Infiorata in alcuni centri della nostra bella Italia,
    la mia mente è andata indietro nel tempo a ricordare la manifestazione che ha luogo a Noto in provincia di Siracusa, ogni anno la terza domenica di Maggio, in occasione della “Primavera Barocca”.
    Penso che questo libro sarà una testimonianza unica per ricordare le nostre tradizioni e sono felice che ha avuto molti riconoscimenti.
    Complimenti a Daniela Quieti e alla sua sensibilità di scrittrice e poetessa.
    Un caro saluto da Cettina.

    • Carissima Cettina,
      grazie infinite per le sensibili e gratificanti parole che mi dedichi nella condivisione di sentimenti e tradizioni della mia, come della tua bellissima terra. Regioni distanti, eppure simili nella sensibilità per le migliori espressioni naturalistiche, ambientalistiche e antropologiche, un inalienabile patrimonio identitario da custodire e tramandare a testimonianza di chi ci ha preceduto.
      Un affettuoso saluto con i migliori auguri di Buona Pasqua

      Daniela Q.

  8. Ho letto con molto interesse i tuoi racconti e passeggiando fra feste e sagre mi sono rilassata ma anche commossa nel ritrovare un mondo autentico. Tanti cari auguri per questo libro. Lilli

  9. Leggere i tuoi racconti è stato un delizioso viaggio nelle tradizioni del passato con occhi di poeta. Brava e complimenti.

  10. Carissima Daniela, finalmente a casa voglio dirti quanto ti sono grata per aver tenuto compagnia a me e alle altre ricoverate con la tua presenza e con i tuoi bei libri. Mi ritengo doppiamente fortunata. Ti abbraccio Antonia

  11. Cara Daniela, mi fa piacere avere riscoperto attraverso le pagine del tuo libro le belle suggestioni della nostra terra, un patrimonio da tramandare alle nuove generazioni. I tuoi racconti mi hanno veramente affascinato. Complimenti ed un abbraccio affettuoso. Giulietta.

    • Cara Giulietta,
      ti ringrazio tanto per il bel commento e, soprattutto, perché dici di avere riscoperto le suggestioni della nostra terra attraverso le pagine del mio libro.
      Ricambio l’abbraccio con grande affetto

      Daniela

  12. Ed ecco affacciarsi di nuovo su quella porta che si spalanca sulla vita, Daniela Quieti con il suo “Echi di Riti e Miti”, pennellate di emozioni, suggestioni, ricordi. Un modo per soppesare l’esistenza, per darle un senso, per riuscire così ad assaporarla nella sua intierezza ,nel suo significato più vero e profondo.
    Grazie per questo nuovo mirabolante affresco che pervade l’anima e rinfranca il cuore.
    un saluto affettuoso
    Roberto

    • Caro Roberto,
      desidero ringraziarti tanto per le parole così belle che mi dedichi e per la squisita sensibilità con cui percepisci le tradizioni della mia terra. Il ritrovato senso di suggestive memorie arricchisce l’esistenza, e la completa, nel suo significatro più vero e profondo, come tu dici, restituendo speranza a questo nostro tempo spoglio di certezze. Quella stessa speranza che, nei tuoi scritti, resiste all’usura del disincanto e del dolore senza perdere il lirismo del poeta.
      Ricambio i saluti con affetto

      Daniela

  13. Cara Daniela, complimenti per il racconto così evocativo di immagini e sensazioni. Il tuo narrare unito al fascino del territorio mi conquisterà certamente. I migliori Auguri per il nuovo libro e per un 2011 ricco di successi. Marta Minnelli

  14. Cara Daniela, complimenti vivissimi per questo tuo nuovo libro che da quanto letto già si annuncia suggestivo e auguri affettuosi di Buon Natale e di uno splendido 2011. Annamaria

  15. Vivo a pescara, purtroppo i luoghi dove riecheggiano antiche tradizioni, sapori, sono pochi e ricordare le belle tradizioni suscita sempre piacevoli sensazioni…complimenti e auguri per i tuoi successi! Ale J.

  16. Cara Daniela
    Stamane ho ricevuto il tuo libro ed ho letto il primo capitolo. Prima di leggere gli altri voglio dirti il mio grazie affettuoso con una confidenza: Io mi reputo assolutamente priva di qualsiasi forma di superstizione eppure quando alla squadra di calcio del cuore non concedono un doveroso “rigore”, mi scopro a mormorare “San Giuan fa minga d’ingan!” (milanese) oppure mi scopro ad aspettare che cada una stella il 10 Agosto di ogni anno, per poter esprimere un desiderio.
    Sono certa che mi piacerà molto il tuo libro.
    Ciao cara, Buon Natale e un fulgido anno nuovo!
    Dorella

    • Cara Dorella,
      grazie infinite per l’affettuosa condivisione, fra sacro e pagano, dei miei riti e dei miei miti. “Paese che vai, usanza che trovi”, anche se, poi, in fondo, “tutto il mondo è paese”.
      Un forte abbraccio, con gli auguri più speciali di Buon Natale e Buon Anno!

      Daniela

  17. Daniela, non posso che rinnovarti le mie congratulazioni per le tue pubblicazioni, sempre così delicate e ancorate alla tua terra, l’Abruzzo. Ci ricordi che facciamo parte della stessa tradizione e ci identifichiamo nel tuo racconto, semplice, efficace e al contempo profondo,rinsaldi i nostri atavici legami.
    Un abbraccio devoto.
    Jenny

  18. Rallegramenti per i recenti successi! Ho letto con grande piacere questa nuova opera che conferma la tua autentica ispirazione e capacità letteraria. Ad maiora con i più cari saluti. Giorgio

  19. Cara Daniela, complimenti vivissimi per la duplice vittoria al premio Penne e Un bosco per Kyoto! Complimenti anche per questi tuoi nuovi racconti che ho molto apprezzato per la sincera e profonda ispirazione che li connota senza artifici e che sa esprimere con limpida delicatezza una calda interiorità nell’anima di una terra. Brava!

    • Caro Davide,
      grazie infinite per l’attenzione che mi rivolgi. Sono davvero felice dei recenti risultati conseguiti e, soprattutto, dell’aver ricevuto un così ampio consenso da parte della giuria popolare composta da studenti. Essere riuscita a trasmettere le mie emozioni al cuore dei giovani è la mia gioia più grande. Ed è pensando a essi che amo ripercorrere la nostra storia attraverso il patrimonio di tradizioni popolari legate al territorio, perché credo sia un’occasione per recuperare, nel confronto fertile con i nuovi modelli culturali, quell’eredità ancora viva di significati che arriccchisce e aiuta a comprendere meglio il presente.
      Con affetto

      Daniela

  20. Carissima Daniela,

    eccomi qui: davanti al pozzo del Vate. E, dalla marginalità odierna, eccomi a riscoprire, a rivivere quel “centro”, quel cuore pulsante che continua, “pur se tra l’eco dei rumori esterni”, a spingere il sangue della vita nelle arterie ingolfate della città.
    Si, non c’è acqua in quel pozzo, c’è sangue: ossigenato, vivo, nutriente; sangue che pulsa al ritmo dei versi della “Pioggia nel pineto”, di quella impareggiabile musicalità.
    E’, il tuo, uno spaccato di storia che, mentre descrive, come sempre, fa riflettere. Bisognerebbe darlo in mano ad un giovane, ad un adolescente di oggi questo tuo racconto, perché sappia, anche lui, di poter attingere al pozzo del Poeta.
    Proponendomi – come sai – di scrivere più a lungo sulla raccolta, ti saluto con il più caro affetto.

    Sandro

    • Caro Sandro, Amico e Autore di speciale sensibilità, il sangue di cui parli è elemento di riflessione sulle tradizioni dei nostri antenati, sulla loro civiltà di tempi lenti, cadenzati dal susseguirsi delle stagioni, dalla loro religiosità e capacità di vivere le gioie e i dolori dell’esistenza in equilibrio con la natura. Mentre il tempo attuale fugge veloce e sempre più omologato, amo sostare e riscoprire l’identità culturale delle radici, la saggezza che, nel corso dei secoli, ha accompagnato la fatica di vivere delle generazioni che ci hanno preceduto affinché, nel confronto con la realtà moderna, scaturisca nuova linfa vitale. Ti ringrazio tanto per il bellissimo commento che mi hai dedicato e per l’affetto che ricambio, di cuore, a te e famiglia.

  21. Cara Daniela, complimenti! I tuoi riti ed i tuoi miti mi hanno affascinato. Pur ambientati prevalentemente nella storia e nella tradizione di una terra, propongono un delicato percorso che, risalendo all’origine dei significati sacri e profani esprime, simbolicamente, l’amore per gli aspetti più essenziali ed autentici dell’esistenza di tutti.

    • Cara Stephy,
      grazie per le belle parole che mi dedichi. Il mio “campanilismo affettivo” teso al recupero e alla valorizzazione delle tradizioni popolari vuole esprimere, simbolicamente, come tu dici, l’amore per gli aspetti più essenziali e autentici dell’esistenza di tutti.
      Un affettuoso abbraccio

  22. Cara Daniela,
    al solito mi stupisci. Fine e sensibile poetessa, lasci una traccia di poesia ben evidente anche nella prosa, che mi restituisce una sorta di atemporalità, nonostante riferimenti assai precisi a luoghi e cose. É come se tu li trasportassi in una dimensione “alta”, in cui l’amore per la propria terra tende a guardare ogni cosa con occhio pieno di dolcezza e di poetico stupore.

    • Caro Alchemicus,
      ti sono molto grata per le sensibili e belle parole di condivisione che mi dedichi. Sintonizzarmi con l’identità della nostra terra, il suo territorio di mare e montagna, i suoi santi e i suoi briganti, protagonisti o eroi quotidiani che siano, mi aiuta a capirne meglio l’anima dell’attuale modernità e, se possibile, a migliorarla. Un affettuoso saluto.

  23. Mia cara, poliedrica amica,
    Il mito per gli atei è sicuramente qualcosa di riferibile al capriccio degli uomini, per gli uomini di fede è una realtà religiosa, una delle tante espressioni della Provvidenza.
    Le tue novelle aderiscono senz’altro a questa seconda interpretazione e l’eco dei riti che davano… in molti casi danno… consistenza ai miti, echeggia nelle valli dell’anima, consentendo a noi lettori di trasferirci idealmente nel cuore della tua terra, che con tanto slancio definisci ‘leggendaria’.
    Gli eventi che narri con toni pacati e aulici, lucidi e struggenti, lasciano srotolare un senso di eternità, che va oltre l’attaccamento alle radici e rende in pieno l’idea di quanto tu e il tuo popolo possiate essere fieri e forti di fronte agli urti dell’esistenza.
    Racconti un mondo di feste religiose, di miti, corredati da aneddoti relativi ai grandi della letteratura, della filosofia, dell’Antico Testamento, della storia. Un mondo che, innegabilmente, rifulge dell’affetto della memoria. .
    Ogni tradizione è raccontata con i riti che l’hanno contraddistinta e con la tenerezza lieve che spesso accompagna il tempo andato. Tu l’accarezzi quel tempo, Daniela, come il genio accarezza la lampada,
    chiedendo alla tua abilità di tessere le trame i colori giusti per consentire alle storie di restare vive, luminose. Si percepisce che la felicità di aver condiviso, vissuto quelle esperienze è più intensa della sofferenza di averle perdute.
    Il sentiero della narrazione può condurre verso un universo nel quale si perdono i contatti con la realtà.
    Tu non corri questo rischio, amica cara, possiedi il dono dell’immaginazione, ma sai eludere i suoi rischi. Decori, colori alcun aspetti delle feste, delle sagre, dei costumi, ma non sprofondi nella notte senza luna dell’invenzione.
    La chiusa del racconto pubblicato sul blog è un affresco della tua capacità di confermarti Poeta ogni volta che scrivi. L’arte dei poeti consiste nel cesellare le immagini più intense dal granito del linguaggio e nel riempire di significato gli spazi vuoti tra le righe.
    Nel libro il tuo spirito lirico aleggia tra i ricordi religiosi, tra i riti scaramantici, tra i riti rimasti e quelli cancellati dal vento della modernità.
    Leggerti è arricchirsi infinitamente. Ti ringrazio ogni volta di più di concedermi il lusso di condividere la tua Arte. Il più caldo degli abbracci!

    • Mia cara Maria, straordinaria Amica d’anima e di scrittura,
      le tue splendide riflessioni sul mio libro mi lusingano e la tua condivisione mi scalda il cuore d’emozione. Hai letto con rara sensibilità la passione, il sentimento, la sofferenza di una terra “forte e gentile”, gli echi dei suoi riti e dei suoi miti che tramandano il retaggio della fatica di vivere accumulato fin da epoche remote come arma difensiva per affrontare le lotte dell’esistenza, per governare un ambiente ostile, ignoto e insidioso. Io, per ragioni di salute familiari, ho trascorso molta parte della mia “leggendaria” infanzia con una tata d’altri tempi, amatissima, piuttosto anziana e dell’entroterra, interprete del patrimonio di saggezza e consuetudini di un mondo antico ormai scomparso. Da lei ho appreso storie di guerre, di emigranti, di streghe, di fantasmi e di santi, ma anche l’amore per la natura e per le tradizioni della mia terra: tutto quel florilegio di sapienza popolare di una cultura abruzzese prevalentemente rurale, tuttavia, non per questo, scevra di grande religiosità, di provocazione e superstizione anche, ma di verità rivelata che, quando c’è poco da sperare, intuisce la soluzione migliore da porgere e i comportamenti da tenere per sgusciare dalle maglie e dagli intrighi che assillano la quotidianità. Ricambio l’abbraccio con grande affetto!

  24. Cara Daniela,

    nel ripercorrere luoghi ricchi di storia e arte, che riempiono i sensi di bellezza, traspare nella tua immaginazione il vederli vivificati dalle donne affaccendate, dalle attività domestiche, dal pensare un bambino, il poeta, che osservava in quei luoghi il passaggio delle stagioni, facendoti tornare non a un museo ma alle calde manifestazioni della vita, le stesse che lo hanno fatto sognare e hanno creato il suo mondo.

    • Caro Andrea, ti ringrazio, di cuore, per questo tuo bel commento. Nel mio catalogo della memoria, nutro un grande amore per le lontananze storiche della mia terra che affondano le radici nel vero, e mi piace incorniciare i ricordi in un caldo mondo domestico, comunque partecipe del destino di tutti.

  25. Cara Daniela, complimenti vivissimi per questa tua nuova e già premiata opera che, dal brano pubblicato, si annuncia non solo suggestiva come le altre, ma anche come sensibile (come l’Autrice) testimonianza d’amore per le tradizioni della nostra bella terra. Ti comunicherò nuovamente le mie impressioni quando avrò letto integralmente il libro. Affettuosamente Lele

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