A chi importa

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A chi importa
il mio passato
sono nata all’alba
e il crepuscolo
già si avvicina.
Ma chi dice
che devo capire
tutto in un istante
che racconta
indovinelli
e parole
sconosciute.
Sento ancora
cantare
il mio fiume
sostiene la vela
il vento forte
e l’albero gigante
ha radici di linfa.
Il tempo è un luogo
inesplorato
sul bordo aperto
del cielo.

Dalla silloge  “Graffi obliqui” di Daniela Quieti – Premio Scriveredonna  2009

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Daniela Quieti

Daniela Quieti è nata e vive a Pescara. Docente di Lingua e Letteratura Inglese, dirige le collane I campi magnetici e Dal mito alla storia per le Edizioni Tracce. Iscritta all’Albo dei giornalisti pubblicisti, cura rubriche di cultura e tradizioni per le testate online Thema L’informazione, Agricoltura Oggi, L’eterno Ulisse, e per le riviste I fiori del male e Il Porticciolo. Ha partecipato attivamente a rassegne e convegni internazionali ed è membro di giuria e consulente linguistica di concorsi letterari. Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco, Cerco un pensiero, Uno squarcio di sogno, L’ultima fuga; di narrativa Altri Tempi, Echi di riti e miti, Quel che resta del tempo; di saggistica Francis Bacon La visione del futuro. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti alla Cultura tra cui Città di Penne, Un Bosco per Kyoto, Città delle rose, Scriveredonna, Città di Empoli Domenico Rea, Città di Pontremoli, Città di Cattolica.

11 Commenti

  1. Daniela, mi commuovi e confondi sempre con i tuoi versi. Il tempo si dilata infinito e si restringe, con la brevità dell’alba di una vita che già declina nel crepuscolo dell’esistenza. Nel mezzo vi sono certezze, valori saldi, ben radicati, come “l’abero gigante dalle radici di linfa” e strumenti rodati ad affrontare le intemperie come la vela che sostiene il vento forte.
    Versi che meritano di restare nei libri di letteratura.
    Un abbraccio
    Lucia Sallustio

  2. Questi bei versi fanno riflettere su domande esistenziali e sul desiderio di reagire ai soprusi della vita. Cordiali saluti

    Ugo Petri

  3. E’ bella questa poesia che con intensità, sentimento e passione, descrive la precarietà dell’esistenza. Cari saluti
    Annamaria

  4. Parole che evocano amarezza, speranza usurata, ma anche orizzonti inesplorati che sfumano nell’emozione le ferite dell’anima. Complimenti. Gianluca

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