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Ai confini del mare di Daniela Terigi

Guardo le gemme chiuse
come la tristezza
a quest’inverno caparbio
e i frammenti dei campi
aggrappati alla terra bruna
come un’ostinata illusione;
il silenzio frantuma
cristalli di brina
trapuntati d’uccelli.
Pochi ritagli esangui di cielo
scivolano con languore
fra i vigneti spogli a consacrare,
nel tempio gravido della natura,
l’inesorabile stillicidio del tempo.

***

L’anima dei legni è come la notte,
aggrappata ad un riflesso di luna,
danza con le fiamme che divorano la storia.
Nel silenzio incrostato dei millenni
sale come il fumo di una nuvola,
attraverso il ludibrio nebbioso dell’esistenza,
per elevarsi e ricadere
in un vuoto trasparente di sogni
percorsi senza spazio.

***

Mi hai costretto a scrutare le nuvole
nel tragitto che va dall’infinito al cuore,
per restituirmi un’illusione,
per chiedermi se è il vento
ad avere il sapore di lacrime
o se, avvolta da tramonti di sabbia,
vuoi tornare, notturna,
a sfiorare i miei sogni testardi.

Non so com’è il penetrare la luce
alla partenza e non vedo altro che non sia
pioggia, terra o sale nel ricordo.

Un sigillo di pietra custodisce
quel che resta di un cuore
che sulla riva torna, ruvido straccale,
a rincorrere l’ombra di un amore, lontano,
trasparente agli occhi, al di là del mare,
che corre come un onda sul suo prato di stelle.

***

Dal libro Ai confini del mare di Daniela Terigi

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