Mistral – 10^ puntata

“Ferma!” Io mi immobilizzo e il cuore si ferma per un attimo. Forse due. Mistral! Si avvicina e mi abbraccia. “Ti aspettavo”.
“Mi cosa? Aspettavi? Mistral, sono felice di vederti. Oh, tu non hai nemmeno idea di quanto. Ma esigo delle spiegazioni. Adesso, le esigo.”
“E’ una storia lunga”
“Figurati se non lo sapevo che era una storia lunga, ma guarda che ho così tanta pazienza da sentire tutta la storia.”
“No, ora non abbiamo tempo. C’è qualcosa che va fatto e presto.”
“Eh, no, mio caro. Adesso voglio sapere dove sono, cosa mi è successo, cosa ci faccio in un posto che non è casa mia e tu, tu che figuro sei, che pittore di cosa e….”
Non finisco la frase, la mia voce muore in un bacio di Mistral. Dolcissimo bacio di Mistral. Quanto mi mancava Mistral.
“Fìdati di me.”
“Credo non mi resti altro da fare…”
“Vieni”.
Ripercorriamo la grotta in senso inverso intanto mi fornisce delle istruzioni.
 “La cassapanca che hai visto nella grotta: bisogna entrarci e fissare l’immagine dipinta per tornare a casa. La grotta è un luogo sicuro: chi non ha un cuore puro non riesce nemmeno a vederla.”
“Tieni queste foglie. Se ti trovi in difficoltà, mangiane una. Se resti ferita, ponila sulla ferita. Fra poco vedremo delle persone. Dovrai sostenerne lo sguardo. Non devi mai abbassarlo, ne andrebbe della tua vita. Per nessun motivo lo sguardo va abbassato… e se riesci ad essere concentrata su questo, sarebbe meglio.” Mi mette in mano un medaglione.
“Ora andremo da queste persone, sono alcuni rappresentanti di Nohi.: un popolo pacifico. Ci daranno un libro che hanno trovato. In quel libro dovremo cercare quel che ci interessa. Ancora non so bene, dovremo leggerlo attentamente, anche se il tempo è poco. Questo, per sconfiggere una volta per tutte una banda formata da un centinaio di individui che stanno saccheggiando, distruggendo e seminando violenza nella galassia di Yoth.”
“Un’altra…galassia?”… ho una momentanea sensazione di malessere.
“Si, la galassia di cui anche il pianeta dove vivo fa parte: Ihnihà”
“Ehm… non venivi da nord?”… a dire il vero, più a nord di così…
“Quindi, il mio ritratto ha funzionato come un… teletrasportatore?!?”
“Si”.
Mi sento male, al pensiero del ritorno, i miei atomi scomposti. Lo guardo. Ho fatto l’amore con uno che viene da un altro mondo. E magari adesso si toglie la maschera e mi trovo davanti un omino verde gelatinoso.
“Non ho nessuna maschera e non sono gelatinoso”, dice ridendo, in tono finto risentito.
“Mi..mi leggi anche nel pensiero?!” e un senso di vergogna mi pervade. Mi ha letto tutti i pensieri. Da sempre. “Ma non vale! Sei partito in vantaggio. Sapevi bene come la pensavo su di te.” Lo colpisco con piccoli pugni sulle braccia. Di nuovo un bacio. Ha un modo di farmi azzittire che adoro.
Procediamo velocemente, i rami scricchiolano sotto il peso dei nostri passi, a tratti il mio abito s’impiglia. I rami stanno diradandosi,  la luce penetra nel bosco con maggior facilità, forse ci stiamo avvicinando ad una radura.
Mistral si ferma. Lo imito.
“Sei pronta?, siamo arrivati”.
Lo guardo perplessa: “Si, penso di essere pronta. Dove sono le persone che dobbiamo incontrare?”
“Ancora una ventina di metri e ci siamo”.
Riprendiamo il cammino, più lentamente.
Ed ecco che ci appaiono dinanzi tre esseri quasi umani. La cosa sconvolgente è che hanno un solo occhio posto in mezzo alla fronte. Ricordo le parole di Mistral: devi sostenerne lo sguardo. E’ difficoltoso, all’inizio, concentrarsi e sostenere lo sguardo di quell’unico occhio indagatore. Ma ci metto la mia buona volontà in quei circa quattro minuti in cui quegli esseri mi fissano. Evidentemente soddisfatti si rivolgono a Mistral in una lingua a me sconosciuta. Impossibile capire cosa stanno dicendosi. Quindi, quello che pare essere il capo, porge a Mistral un grosso libro rilegato in cuoio con una incisione al centro che riporta la lettera “A”. Mi rifissano e io risostengo lo sguardo. Intimamente li saluto. Si voltano, fanno tre passi e non ci sono più… svaniti.
La voce di Mistral mi riporta alla realtà. Come suona strana questa parola. Realtà… quale? In quale realtà mi trovo?
“Vieni, cominciamo a sfogliare questo libro.”
Mi avvicino a quel libro dall’aria così vecchia e importante. Mistral comincia a sfogliarlo ma, appena lo ha aperto, s’alza una nuvoletta di polvere. Soffio per disperderla. La nuvoletta si sposta e in quel punto, in quell’istante, piove. Appare evidente che ci troviamo di fronte ad un libro non comune. E io penso che finchè si tratta di una nuvoletta le cose non sono complicate, ma non vorrei che avanzando fra le pagine…non oso formulare altro pensiero, mentre Mistral continua a sfogliare. In sequenza ne escono, pagina dopo pagina, un fulmine, un gatto, fumo, bollori, una zucca, una melodia, uno starnuto, borotalco, un’allodola, un pesce, un gufo.
“Mistral, questo è un libro che ci da cose… le più disparate. Noi, cosa stiamo cercando?”
“Non lo so”
“Aspetta, aspetta. Se non lo sai, rischiamo di ammucchiare qui tante di quelle cose che nemmeno tu immagini. Forse dovremmo chiedergli qualcosa, non credi?”
“Pensi che capisca?”
“Non lo so…però varrebbe la pena tentare.”
“Si. Però non so che chiedergli.”
“Proviamo a formulare una domanda precisa”
“Precisa per sgominare la banda?”
“Perché no?”
“Libro, forniscimi la chiave per sconfiggere la banda degli esseri ribelli”
Il libro comincia ad autosfogliarsi fino ad “eruttare” una chiave.
Mistral e io ci guardiamo.
“Dunque, il libro comprende! Però credo dovremo formulare meglio la domanda”.
Mi balena un’idea. Chissà se questo è un libro che parla, anche…
“Libro, dimmi, mi capisci?”
Volano le pagine ed esce, fluttuante nell’aria, un “SI”.
“Libro, dimmi, di cosa abbiamo bisogno per sconfiggere la banda degli esseri ribelli”?
Di nuovo scompaginamento di fogli, ed ecco la risposta “HAI BISOGNO DI JOR”
“Libro, dimmi, come faccio a far venire qui questo Jor?”
frrrrrrrrr….. “CHIAMA IL DRAGO JOR”
“Drago Jor!”
frrrrrrrr…. In una nuvola di fumo di dimensioni gigantesche appare un enorme drago verde. Non so Mistral, ma io ho una paura tremenda.
 “Vai avanti, svelta”
 “Drago Jor, dobbiamo sconfiggere la banda degli esseri ribelli e abbiamo bisogno del tuo aiuto”
Con una specie di voce, che sembra più un rantolo, il drago Jor dice: “Dove sono?”
E’ Mistral a rispondere: “Nella galassia di Yoth. Hanno minacciato che hanno un piano per distruggere tutta la galassia se non ne diverranno loro i signori e padroni. Hanno già cominciato a distruggere città e a seminare violenza.”
Tra i fumi che si levano dalle narici del drago Jor, si intravedono i suoi occhi di fuoco e i denti aguzzi.
“Chi mi assicura che tu sostieni il vero e che sei un uomo di pace?” chiede a Mistral.
“Conosci la grotta di Almor?”
“Si”
“Tu sai, Jor, che solo chi ha un cuore puro riesce a vederla per entrarvi”
“Bene, se credi, andiamo là, così potrai constatare con i tuoi occhi ed accertarti della mia buona fede.”
“Andiamo”
Con il libro sottobraccio percorriamo all’inverso il sentiero nel bosco, con Jor al seguito. Ad ogni suo passo il bosco trema e gli animali fuggono.
Giunti nei pressi della grotta di Almor, sia Mistral che io entriamo. Quindi usciamo di nuovo. Jor è soddisfatto.
“Bene, vedo con piacere che i vostri sono cuori puri. Andrò a Yoth e annienterò i ribelli. Che la pace regni ovunque.”
“Grazie Drago Jor”
“Dovrete attendere il mio ritorno: ho bisogno di voi per ritornare nel Grande Libro, al termine della mia missione. Restate al sicuro nella grotta di Almor. E’ necessario che anche il Grande Libro resti al sicuro, quindi per nessun motivo vi allontanerete da qui.”
Ci sediamo per terra, con la schiena contro la nuda roccia.
 “Quanto dovremo restare qui?”
“Non lo so, piccola.”
Mi abbraccia, protettivo. Le sue labbra lievi sui capelli.
“Mistral…”
“Si?”
“Cosa succederà, quando questa missione sarà finita?”
Resta in silenzio; lo sguardo vaga sulle pareti della grotta. Mi abbraccia più forte. Un bacio. Un altro. Mi sento rimescolare le viscere. E diviene urgente passione da consumare. Disperatamente. Come fosse l’ultima volta. L’ultima volta le sue mani sul mio corpo. L’ultima volta le sue labbra. L’ultima volta i gemiti e i fremiti. Mai più così. Nulla sarà più come prima. Né come prima del prima. Ho freddo. Mi stringe.
Il tempo scorre e noi siamo ancora in questa caverna, abbracciati. Assaporo ogni attimo perché so che non ci sarà molto altro tempo per noi. Per sfamarci chiediamo frutta al libro. Sto sbucciando un’arancia quando la terra trema. Jor è di ritorno. Usciamo dalla grotta di Almor.
”Ho sconfitto la banda dei ribelli; ora non c’è più nulla da temere. I popoli della galassia di Yoth possono continuare a vivere serenamente.”
“Grazie Jor. Te ne siamo riconoscenti.”
“Fatemi tornare nel Libro”
“Cosa dobbiamo fare?”, chiede Mistral.
“Dovrete dirgli: Riprendi il Drago Jor”
Mistral col libro fra le mani, con voce ferma e solenne ripete: “Grande Libro, riprendi il Drago Jor”.
Jor si smaterializza, diviene un fascio di luce verde e viene risucchiato dal Grande Libro.
Quindi andiamo di nuovo nel punto di contatto con i rappresentanti del popolo di Nohi. Poco dopo arrivano, così come erano venuti prima. Mistral consegna loro il Grande Libro. Si scambiano parole sconosciute. Poi svaniscono nel nulla.
Torniamo alla grotta di Almor.
Mistral mi guarda. Anche io. Non so leggere nel pensiero, ma so cosa sta per dirmi e io per una volta vorrei non sentire.
“Vieni con me, Mistral”, imploro.
 “Non posso venire con te. Qui ho una carica importante. Resta tu qui, con me.”
 “E’ troppo grande per me questo Mondo. Troppe cose a cui non sono preparata.”
Mi sento lacerare dal desiderio di rimanere, ma sono cosciente che qui nulla è alla mia portata. Nei nostri occhi solo tristezza. Ho sempre odiato gli addii. Fanno male al cuore. Si avvicina. Un bacio. L’ultimo. Una lacrima sul mio viso. Una sul suo. Entro nella cassapanca e comincio a fissare l’immagine dipinta, ma l’urlo di Mistral mi distoglie dalla concentrazione necessaria.
 “Noooooo.” Lo guardo incredula, avvicinarsi e sollevarmi di peso dalla cassapanca.
 “Non ti lascerò andar via. Non posso.” Mi bacia e mi accarezza il viso. “Ti amo troppo per lasciarti andare. Non voglio perderti. In tutta la galassia non ho trovato un amore degno di tale nome”.
 “Aspetta qualche giorno. Sistemo alcune cose e se l’unico modo per stare con te è vivere sulla Terra, allora lì vivrò”.
Qualche giorno qui. Non sarà poi così terribile, penso. Lupin ai piedi della cassapanca, miagola.
Esco dalla grotta di Almor in braccio a Mistral. Parla ed è felice, traspare dai suoi occhi tutta la felicità. E sono immensamente felice anch’io. Mi posa.
“Vieni. Voglio farti vedere qualcosa.”
Ma dopo alcuni passi, un raggio verde lo colpisce e lui cade a terra.

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5 Commenti

  1. Bellissima storia…! Io sono un’appassionata del genere Fantasy anche se più del genere “ai confini della realtà”. Le opere Fantasy ricordano l’epico, le opere mitologiche, le favole antiche che lasciavano molto spazio al mistero.
    Quindi è una forma letteraria lontana nel tempo quella che arsomnia ci ripropone oggi con grande stile!
    Bellisimo il tema del viaggio nel tempo e singolare la concretizzazione…..bravissima nell’esposizione.
    Complimenti
    Francesca Bertoldi

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