“La mia stanza da letto ha una parete a forma d’onda e mi addormento e sogno solo da quel lato.
Perché è solo da quel lato che lei mi attende, in piedi, sulla riva. Ed io, onda, le bagno le caviglie e la vedo trepidare. Così mi ritraggo, ma solo per tornare a lei e bagnarla fino ai ginocchi. E passo la notte a lambirla, amandola nel suo corpo, in un movimento lento e perpetuo. Al risveglio ho sempre una strana sensazione addosso: una miscela di nostalgia, appagamento, stanchezza, mancanza. Di lei. Che si muove accompagnando il mio movimento, che mi attende ogni volta, che non si ritrae. Che mi sorride, che allunga le sue mani verso me e le sue labbra, infine, socchiuse a bermi.
Come l’ho trovata?
E’ comparsa una notte che ero onda in burrasca, sbucata dal nulla delle tenebre. Le prime volte al mio giungere, lei si ritirava. Poi si mise ad attendermi. E così, andavo incontro alla notte con una felicità nuova: in quell’attimo che congiunge la coscienza con l’incoscienza diventavo di nuovo bambino nel cuore. Un attimo che vale una vita intera.
L’amo, si. Con tutto il cuore, l’anima, me stesso. Un me stesso che si muove nelle ore diurne con una consapevolezza differente, perché sa attendere la notte e suoi doni. Che sono solo per me.
Non sono mai più stato in burrasca, perché so che la mia riva mi accoglie dolcemente.”
Tirò un sospiro di sollievo. Gli occhi si posero prima sul taccuino, poi incontrarono gli occhi di quell’uomo che gli stava accanto.
“Per oggi può bastare; ci vediamo lunedì prossimo. Prima di dormire prenda dieci gocce di questo.”
Prese il flaconcino e salutandolo uscì da quella stanza.
Quella notte, seduto sul suo letto, rigirava quel flacone fra le mani.
Pensò che se ne avesse bevuto l’intero contenuto, avrebbe avuto la notte più lunga della sua vita. Pensò alla sua donna della notte. Finalmente avrebbe potuto essere davvero un’onda lunga. L’avrebbe amata come mai, prima d’ora.
Bevve d’un fiato.
Si coricò dalla parte della parete a forma d’onda.
Lei era sulla riva, più bella che mai.
Lui vi si infranse per sempre.
Un racconto bellissimo e struggente…un abbraccio
emozionante *__* e come dice Etain, dà i brividi. Sono lieta di averti letta, ho scoperto sul tuo blog che anche tu avevi partecipato a quest’iniziativa così emozionante. Un abbraccio
Vi ringrazio per i commenti… l’emozione continua.. Questa iniziativa mi sta piacendo oltremodo 🙂
Vi abbraccio con affetto
Ars
L’amore sognato…
Coinvolge davvero il tuo modo raccontare 😀
Storia stupenda con un finale da lasciare i brividi.
Complimenti!
Un bacio
Complimenti!Ho letto questo racconto d’un fiato, mi ha affascinato molto questa espressione usata da te.
La chiusura è bellissima.
Ti abbraccio
Nicoletta
Tu mi emozioni sempre…
Blue
Bellissimo…da strapparmi anche una lacrima.
Un racconto poetico e struggente che mi ha intenerito e commosso nel finale.
Maestra come sempre nel narrare le emozioni…
Ti abbraccio, dolce amica
Maya
Hai raccontato un tratto importante dell’Uomo Onda. Come l’onda sempre s’infrange sullo stesso scoglio. E questo muta, levigandosi la sua forma si addolcisce e diviene perfetta.
Così è il tuo racconto, dolcemente levigato come quello scoglio.
Delizioso.
Originale idea, bella e ben scritta… complimenti. Un abbraccio.
Splendido racconto, intenso e struggente.. come talvolta è il mare stesso. Un abbraccio forte.
Intensa storia…avvolgente.
Sembra di vederlo l’uomo tratteggiato…e poi l’epilogo a sorpresa, per un amore che scardina tutto…
Denso racconto…che tocca…
Ti abbraccio carissima.