Hadhihi al-layla – Questa notte

– A chi tocca ? Non c’ero io ? – quasi me ne torno a casa. Sono due ore che aspetto in piedi ! Quando si arriva in tanti c’è troppo cicaleccio, gli astri si dovrebbero ammirare nel silenzio. Un’altra serata persa con il circolo culturale, era meglio seguire la partita a casa, credo che… non so. Ho parcheggiato a mezzo chilometro, forse è meglio insistere e non farmi prendere dall’impazienza. – Allora ? Vengo, arrivo.. tanto sono l’ultimo –
Difficile avvicinarsi all’oculare del telescopio; gli occhiali vanno a urtare contro il bordo dell’obiettivo. La prossima visita guidata è in settembre, potrei provare con delle lenti a contatto – aspetti, mi faccia guardare ! Bellissima: Vega, nella costellazione della Lira, bianca e luminosa.
Posso rimanere un po’ da solo, dopo di me non c’è nessuno in fila. Cosa significa Vega ? Non lo so. Ah: l’aquila che attacca ! Preferisce stare con me ? Non scalfisco nulla, ero un pittore. E vicino allora quel gigante rosso è Arturo che le fa da guardia. Mi piace il suono del nome arabo, me lo ripeta: al-Simàk al-ràmih che significa: il torace del lanciere. Stasera c’è una guida speciale. Vega e Arturo, la stella bianca che mi cercava e il lanciere gigantesco. Mi torna in mente un’altra coppia: lei era Giulia, la prima che ho conosciuto. Pensi: aveva dodici anni, passava da casa mia tornando da scuola e scampanellava per salutarmi al citofono. Una ragazzina con i capelli lunghi, biondi. Poi quando le ho chiesto di uscire insieme è scesa fuori dal portone accompagnata da suo padre.
Un omaccione, anche se rideva. Due o tre volte siamo andati a mangiare il gelato e c’era sempre lui, prendeva il gelato con noi. Imbarazzante. Così l’ho persa di vista. Giriamo il telescopio, me lo mette a fuoco meglio che gli occhiali non sono più sufficienti per il mio difetto di vista ?
Quella vivida e penetrante.. rimanga fermo: Adhara che vuol dire Le vergini, a volte appare, stella dagli occhi celesti. Come Francesca, stesso liceo, ma non era in classe con me, usciva con la compagnia dei miei amici.. era la ragazza con gli occhi più belli della scuola, lucevano come zaffiri. Come si dice in arabo ? Safìr, assomiglia all’italiano. Le devo confessare che quando mi siedo in autobus vicino a uno straniero ho una sorta di timore, alcuni mi guardano storto, altri mi pare che nascondano un coltello. O forse sono io che li guardo male, non saprei. Ma lei mi sembra diverso, da dove viene ? Dall’Algeria. Fa molto caldo immagino. E’ singolare trovare un astronomo del suo paese qui all’osservatorio, e una fortuna per me approfondire il significato dei nomi. Si vede che ha studiato, così garbato. Francesca, la ragazzina del liceo, si è innamorata di un mio compagno di classe e dopo tanti anni sarà già nonna, almeno credo. Vuole farmi vedere qualcosa ? Due stelle in coppia ? Minqār al-Dajāja, il becco della gallina, che sarebbe Albireo, e vicino a lei Cygni. Una giallo oro, l’altra verde azzurro, resa quasi invisibile dal prevalere della prima. Proprio così, anche se mi ci è voluto qualche secondo per individuarle. Adesso lei vuol sapere chi sono: Tiziana e Arianna, li conosce questi nomi in italiano? Sono un po’ rari oggi. Sempre vestite con colori sgargianti, Tiziana più appariscente, si pavoneggiava, gli abiti da sera, non stava mai zitta, appena parlavo con Arianna si faceva avanti lei, così quella che mi interessava, fine ed aggraziata come un cigno, è sempre sfuggita. Non so che fine abbiano fatto dopo l’università, spero che Arianna sia riuscita a liberarsi della sua amica invadente.
Continuiamo Abdel Fattah, che fortuna conoscerti, ecco Antares, maestosa stella scarlatta: la prima volta che ho offerto le rose, si usava così, forse lo fate anche voi in Algeria, il nome era Anna, e Betalgeuse, sempre rossa, nella costellazione di Orione: direi Carmen, qualche anno passato insieme, io non volevo sposarmi e lei non mi ha atteso. E poi Mira, variabile, alone a volte bianco e a volte rosso, rivedo Claudia di umore volubile.. quella volta ho aspettato io, ma lei si barcamenava tra me e un altro. Gena che sarebbe: Janah-al-ghurab, com’è difficile da pronunciare, “l’ala del corvo”, fa pensare a Jenny, anche per assonanza, capelli scuri, peperina, non sapevo mai come trattarla, mi ha mollato con due schiaffi.
Alnilàm, supergigante blu, ancora in Orione: an-niżām : il filo di perle. Non può essere che Stefania, alta ed elegante. Con Stefania ho passato troppo tempo. D’improvviso è finita. Ero in carriera, mi avevano proposto un assessorato in comune, mi cercavano tutte le sere e poi… Ma non ho voglia Abdel di rivangare questa storia, purtroppo non siamo sempre artefici del nostro destino, non so come la pensi tu. Stefania forse ha vissuto meglio senza di me. E’ tardi, fammi vedere l’ultima che brilla in quell’angolo remoto di cielo: Spica, per noi la spiga del grano , nuova, azzurra, ventimila volte più luminosa del sole, al Simak al A’zal che significa l’inerme.. Allora ho capito chi è. Adesso ha vent’anni. Non l’ho voluta, è rimasta con la mamma. Non posso neanche dirti come si chiama, mi addolora pronunciare il nome vero, ora che sono solo posso venire a guardarla qui, immaginarla, come la immagini tu, nel fiore dell’età. Abdel, ti ringrazio per avermi istruito, per avermi fatto capire che nel vostro paese amate la bellezza, io ti ho raccontato quello che so. Torno a casa. Ho pure saltato la cena, c’erano gnocchi di semolino. E poi, anche se non la conosco, anche se vorrei almeno vederla, so che l’ultima stella sta bene, è una bella ragazza e dicono che assomigli un po’ a me. Stefania, la madre, tu hai fatto capire traducendo, è una fila di perle, e sicuramente in questa collana c’è lei, Spica, che ha trovato una donna capace di sostituire anche il padre assente. Una spiga di grano darà altre vite, mentre gli astri mi guardano indifferenti. Ciao Abdel Fattah, stanotte ho sognato più che in tutti i miei ultimi anni.
– non hai sognato, amico Giuseppe, vedi: non c’è un filo di nuvole nel cielo. Così hanno voluto le stelle per essere più brillanti. Sanno che tu le ammiri e ti aspettavano. E’ diversa dalle altre, questa notte –

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