In acuta tua assenza
accetto questa vana fatica
di raggiungerti con le parole
mentre cerco in me
l’eredità preziosa
di un gesto uguale al tuo
il punto in cui ti somiglio
un frammento di memoria
che mi restituisca te
nella folata che sull’erba
porta scompiglio.
Ma cammino da sola
su questa strada di vetro
dove tu m’hai lasciato
e senza tregua
invento paziente
l’attesa di una carezza
che non verrà.


